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Dopo quattro anni approda in tribunale a Forlì il caso Fabio Grassi, l’ex capo ufficio stampa Apt (l’azienda di promozione turistica) dell’Emilia Romagna, che dovrà rispondere di truffa, falso (per avere redatto rimborsi non reali) e peculato (per aver pagato alcuni pasti con la carta di credito di Apt).

Grassi era finito sotto inchiesta nel 2016 per una serie di contestati rimborsi relativi a pranzi e cene istituzionali con giornalisti che – sostiene l’accusa – non si sarebbero in realtà mai consumati.

Nella prima udienza il collegio dei giudici (presieduto da Monica Galassi con Nunzia Castellano ed Elisabetta Giorgi) ha rigettato l’istanza d’incompetenza territoriale avanzata dall’avvocato di Fabio Grassi, Filippo Cocco. Quindi il presidente Galassi ha fissato le prossime udienze: 18 marzo e 15 aprile, quando verranno sentiti i testimoni dell’accusa, rappresentata dal pm Fabio Magnolo.

L’ indagine.

Parte nell’estate 2016 dopo la denuncia firmata dalla giornalista Anna Budini, sulle pagine del Corriere della Sera di Bologna. Nell’articolo la giornalista scrive di avere scoperto – informata direttamente da Grassi – di essere stata inserita, a sua insaputa, in una lista di invitati dell’allora capo ufficio stampa Apt in un ristorante di Cesenatico. Grassi informa la giornalista dopo un esposto dei consiglieri regionali grillini su alcune “spese pubbliche sospette” (clicca qui per leggere l’articolo-denuncia).

Nell’incontro tra la giornalista e Grassi, quest’ultimo – sostiene l’ accusa – sarebbe stato “preoccupato per un’ eventuale inchiesta” e avrebbe così invitato la giornalista “a dire che era presente alla cena…”.

Nel luglio 2017 la procura di Bologna chiede il rinvio a giudizio. I faldoni vennero dirottati a Rimini. Infine, l’approdo a Forlì. La Galassi, con la sua decisione di proseguire il processo, ha messo così fine alla migrazione giudiziaria del fascicolo divenuto forlivese.

L’indagine ha due filoni: il primo riguarda gli anni 2014-2016 con rimborsi da 2.300 euro per 22 pranzi con giornalisti “per ragioni istituzionali”. Il secondo, dal 2010 al 2015, vede invece sotto la lente di ingrandimento pranzi e cene per un importo di 7.800 euro.

Grassi dopo lo scandalo si dimise da capo ufficio stampa Apt, ora ha preso servizio come ufficio stampa del Centro Ricerche Marine di Cesenatico.

 
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