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Ieri sera, al ristorante Casa Margot di Milano Marittima – nell’ambito della rassegna “Good food… Good entertainment” ideata da Samanta Secci – si è ricomposta una delle coppie comiche più popolari e amate della televisione degli anni ’80: Gigi e Andrea, all’anagrafe Gigi Sammarchi ed Andrea Roncato.

Con loro, ripercorrendo le tappe salienti di una carriera formidabile, non si poteva non parlare di “Acapulco prima spiaggia a sinistra”, una delle loro prime pellicole di successo girata a Cesenatico nel 1983.

“Quel film – spiega Roncato – è ormai una pietra miliare della comicità italiana e, anche se negli anni successivi ho lavorato con registi del calibro di Pupi Avati o Virzì, ancora oggi la gente mi ricorda soprattutto per quelle memorabili scenette sulla spiaggia”.

“Il sequel? – aggiunge Sammarchi – ce l’avevano proposto ma sarebbe stato patetico, per due sessantenni con i capelli bianchi, tornare ad interpretare quegli stessi personaggi. Ogni stagione ha i suoi ruoli e noi, pur rinunciando a tanti soldi, abbiamo preferito non rovinare quel ricordo”.

Andrea ha ricordato con grande affetto la leggendaria “tabaccaia” dei sigari Minerva (“Mirella Banti l’ho incontrata di recente e devo dire che è ancora una bellissima donna”), così come ha svelato la sua atavica paura per l’acqua: “Io sono nato nell’Appennino bolognese, lontano dal mare, e ancora oggi, anche se un po’ me ne vergogno, non so nuotare. Nella scena dello scivolo all’hotel Internazionale di Cesenatico il regista Sergio Martino insistette molto per farmela girare, ma io pretesi una controfigura perché sapevo già che non ce l’avrei mai fatta”.

E spigolando tra un ricordo ed un aneddoto, la memoria vola sul “Peccato Veniale”, lo storico locale annesso all’hotel che, ancora oggi, attende a furor di popolo la sua riapertura: “In quel locale i grandi dello spettacolo ci sono passati tutti – ricorda Gigi – ricordo, in particolare, una splendida serata con Walter Chiari sempre attorniato da splendide donne. So che il Peccato è ancora chiuso e questo mi rattrista molto perché quei luoghi sono dei veri e propri santuari della nostra storia che andrebbero tutelati e protetti come beni culturali. Mi dicono anche che il proprietario attuale, Franco Manuzzi, ha in mente di riaprirlo. Ebbene, vogliamo dirgli che sarebbe una bellissima notizia e che su di noi ci può sempre contare”.

 
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