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a cura di Merio “RedZone” Pugliese

Mia figlia domani sera vuole andare a casa del suo amichetto. Le ho detto che, in base alla nuova ordinanza, andare a trovare il moroso non è considerato un “motivo d’indifferibile necessità”. Lei, in slow-motion, ha alzato gli occhi dal telefonino e mi ha fulminato con lo sguardo da Kill Bill: “Te sei fuori…”.
Ho provato a spiegarle, con tutta la pazienza del mondo, che l’ordinanza non prevede deroghe per questioni sentimentali e che, come dicevano le nostre nonne per preservare la verginità delle figlie, “l’attesa attenua le passioni piccole e aumenta quelle più grandi”. Risposta: “Bene, allora io scappo”.

Mentre le spiattellavo sotto il naso, riga per riga, l’ultima ordinanza, mi è venuto in mente “L’amore ai tempi del colera”, il romanzo del Premio Nobel Gabriel García Márquez. Un’opera iconica, una lettura ristoratrice, che ci ricorda che se nella vita non si lotta per qualcuno allora tutto diventa scialbo e senza senso.
Guardandola, ho visto nei suoi occhi una lucida, tenace determinazione. E ho capito che neanche la peggiore delle pandemie riuscirà mai a mettere l’amore in quarantena.

 
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