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di Sofia Casadei

Metti un’epidemia mondiale. Metti un esercizio che deve restare aperto per garantire servizi essenziali. Metti una conduzione familiare ed ecco che ottieni la storia di Isa e Carlo. Tabaccai di professione da molti anni, la coppia cerca di far fronte all’emergenza e, allo stesso tempo, di non lasciare soli i tanti clienti in un momento così delicato.

Isa e Carlo Marchi gestiscono la Tabaccheria Valdifiori, che si trova nel quartiere di ponente, in via Caboto 33, con l’aiuto della figlia Gloria. Per restare aperti e mettere loro stessi e i clienti in sicurezza, si sono subito adeguati alle norme anti-contagio. “In generale, la nostra routine lavorativa non è cambiata troppo a livello di orari – ci racconta Isa – abbiamo solo anticipato la chiusura serale di un’ora (dalle 20 alle 19) per la drastica diminuzione della mole di lavoro”.

Ma se l’orario di apertura e chiusura del negozio non è cambiato più di tanto, il modo di abitarlo lo è eccome: “Inizialmente avevamo pensato di tracciare delle linee sul pavimento per far rispettare la distanza di sicurezza tra un cliente e l’altro – dice Isa – ma in pochi se ne sarebbero accorti. Così ho preso spunto da un servizio al telegiornale e sono andata a comprare un rotolo di nastro rosso e bianco, quello che si usa abitualmente nei cantieri e ho creato una vera e propria barriera attorno al bancone, impossibile da non vedere!”. Ovviamente i primi giorni non sono mancate le battute – “Ci sono i lavori in corso?” – oppure “E i muratori dove sono?”.

Oltre alla distanza di sicurezza, man mano che la situazione diventava più seria, la coppia ha iniziato ad indossare mascherine e guanti monouso, a disinfettare il bancone con prodotti antibatterici e a tenere la porta sempre aperta, per permettere il ri-circolo dell’aria quanto più possibile. “Sono accorgimenti molto apprezzati da tutti”, afferma Carlo.

Ma la cosa che più è cambiata, negli ultimi giorni, è l’umore generale della clientela. Se all’inizio i più passavano dal negozio anche tre o quattro volte al giorno, sostenendo a gran voce che “A me un s’ataca che quel che le”, ora, grazie agli appelli delle istituzioni e alle norme sempre più severe, si entra in Tabaccheria solo per i servizi essenziali, si saluta e si esce velocemente senza scambiare le solite due chiacchiere e senza più la voglia di scherzarci su.

La preoccupazione e l’incertezza si sono dunque fatti strada nell’animo dei cesenaticensi, ma c’è ancora qualcuno che si presenta in negozio a strappare un sorriso ai due gestori indossando come mascherina monouso gli indumenti più improbabili.

Per concludere, Isa e Carlo ci raccontano di quei (per fortuna pochi) rimasti a non rendersi conto della gravità dell’emergenza che tutta Italia sta vivendo: “Escono con delle scuse, come la spesa o la passeggiata, ma li vedi che sono in giro tutto il giorno”, denuncia Isa.

Il loro lavoro, come quello dei cassieri dei supermercati o dei farmacisti, li porta ad essere in prima linea durante l’emergenza, per garantire a tutti una serie di servizi che vanno ben oltre la semplice vendita di sigarette: ricariche al cellulare, pagamento di bollette, invio di denaro.

E se prima tutto questo ci sembrava scontato e banale, ora dobbiamo ringraziare chi, per permetterci di avere credito per fare quella videochiamata che in tempi di isolamento sociale accorcia le distanze, sta dietro un bancone. Con un sorriso dietro la mascherina.

 
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