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Non è mai accaduto nella storia di Cesenatico che, durante la stagione estiva, gli alberghi rimanessero chiusi. E, invece, quella che sembrava la più pessimistica delle ipotesi, giorno dopo giorno, sta diventando la più probabile delle realtà.

Con la Pasqua ormai andata, l’emergenza Coronavirus, infatti, potrebbe indurre molti albergatori ed operatori del turismo a tenere chiusi gli alberghi nel 2020. Ad anticiparlo – con spietato realismo – è il presidente degli albergatori Adac – Federalberghi, Giancarlo Barocci che parla di “sostenibilità economica delle imprese” (ovvero, se apro non è detto che non ci rimetta) ed anche di “tutela della salute pubblica” (cosa accadrebbe se, durante l’estate, un cliente risultasse positivo al Covid-19?).

“Gli alberghi a Cesenatico – ricorda Barocci – guadagnano quando, nell’arco dei 4-5 mesi, lavorano con un’elevata percentuale di camere occupate. Lavorando al -50-70% su tutta la stagione si chiude facendo la patta, se va bene. Ad oggi non è semplice fare previsioni, ma si parla di un’apertura a luglio. Questo significa lavorare 2 mesi ed è quindi inevitabile la rimessa. Sempre ammesso che in quei 2 mesi ci siano le prenotazioni. Da qui l’idea di molti hotel di rimanere chiusi”.

“L’H di hotel diventerà H di ospedale”. Un’affermazione forte quella del presidente Adac che però descrive con un grande senso di realismo la situazione che potrebbe presentarsi: “E’ molto probabile che, d’ora in poi, verranno introdotte nuove norme sanitarie: tutti i nostri dipendenti dovranno utilizzare mascherine, sia i camerieri che le segretarie alla reception; forse non potremmo neppure dare la mano ai nostri turisti, salutandoli da lontano; i buffet non si potranno più fare e i bambini non si potranno abbracciare. Poi comunque ci potrebbe essere il rischio che capiti un caso di Covid-19 in hotel e a quel punto hai chiuso la stagione”.

“Insomma, se anche decidessimo di restare aperti saremmo un ospedale, mentre per fare turismo ci vuole entusiasmo”.

E la spada di Damocle sono poi le prenotazioni: “Molti clienti, che non lavorano da mesi, chissà se avranno a disposizione le ferie – continua Barocci -. Le aziende adesso sono chiuse e magari ad agosto, per accelerare la ripartenza, rimarranno aperte e questo potrebbe essere un’importante fetta di turisti che viene a mancare. Tra l’altro, le zone più colpite dalla pandemia, guarda caso, sono proprio quelle che storicamente rappresentano il nostro bacino di clientela: la Lombardia, il Piemonte, il Veneto e l’Emilia…”.

Qual è in questo momento di incertezza l’umore degli albergatori? “C’è grande scoramento e se qualcuno fino a poco tempo fa diceva che avrebbe comunque aperto, adesso in diversi dicono che terranno chiuso. Una possibilità, per alleggerire le spese, potrebbe essere quella di trasformare le nostre strutture in Bed & Breakfast, ma la pensione completa credo proprio sia una chimera. Forse – conclude Barocci – se la potranno cavare le pensioni a conduzione familiare e in quel caso anche proporre pranzo e cena, ma per chi deve assumere tanto personale la vedo durissima”.

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Anna Budini

Anna Budini

Anna Budini scopre il mondo del giornalismo nel 2004 nella redazione de La Voce di Romagna. Ha poi l'occasione di passare ai settimanali nazionali, inizia così a scrivere per Visto, ma nonostante la firma sul nazionale, scopre che la sua grande passione è la cronaca locale. Dal 2016 ha iniziato a scrivere per il Corriere della Sera di Bologna.

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