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di Roberta Spada

Fabio Casto, classe 1977, è il titolare della gelateria “Il gelato” in viale Carducci. Ma, oltre che per il suo lavoro, è conosciuto in città anche come scrittore. Ha pubblicato diversi romanzi, l’ultimo dei quali si intitola “Bruciate lentamente”. Siamo andati a conoscerlo.

Fabio, come nasce la passione per la scrittura?

Direi sui banchi di scuola come pulsione adolescenziale, un pretesto per non studiare e per la costante necessità di evadere da una realtà poco affascinante. A questo è seguita, nel corso degli anni, la passione per le parole, le sfumature di significato da incastrare e valorizzare in un tessuto narrativo. Credo sia parte della mia personalità. 
Quali romanzi hai scritto fino ad ora?

Ho scritto e pubblicato cinque romanzi: tre con piccole case editrici (ormai fuori catalogo) e due con Amazon tuttora disponibili, anche in inglese. A questi si aggiungono alcuni brevi racconti pubblicati su siti internet. 
Il tema del viaggio è molto presente nei tuoi libri. Quanto ha condizionato la tua scrittura?

Viaggio e scrittura sono per me inseparabili e interconnessi. Tutto è cominciato dai viaggi mentali per poi espandersi a quelli fisici (potremmo parlare del connubio tra mente e materia). Da quando ho scoperto la passione per i viaggi l’aspetto creativo è esploso in maniera irrefrenabile, mi sono sentito quasi obbligato a prendere carta e penna, ovunque mi trovassi, perché una volta acceso questo motore è molto difficile fermarsi. Così mi sono ritrovato a scrivere praticamente ovunque: negli aeroporti, in aereo, nelle panchine, in riva al mare o in un tempio abbandonato. Col viaggio attacco la spina e con la penna accendo l’interruttore. Nepal (dove “Bruciate lentamente” è in buona parte ambientato), India, Thailandia, Cambogia, compresi i mezzi coi quali li ho raggiunti e attraversati, sono stati a oggi i luoghi più stimolanti. 

“Bruciate lentamente” racconta la storia di Pac, un promotore finanziario che, convinto di una imminente Apocalisse, decide di costruire una navicella spaziale per scappare dalla Terra. Come nasce l’idea del libro e perchè?

Nasce da un gioco, un breve racconto che ha preso una piega imprevista e mi è scappato di mano. In questo romanzo convergono tanti aspetti: le tematiche care all’ufologia, alla scienza di frontiera, le teorie cosiddette complottiste unite agli evidenti segni della fine dei tempi in un contesto apocalittico che oggi suona purtroppo familiare, un umorismo cinico e uno stile divertente ma complesso in cui ogni parola ha un peso specifico ben ponderato, il desiderio di descrivere il Nepal, di spingere il lettore a porsi certe domande e a guardare il mondo con occhi diversi. Ho impiegato alcuni anni a completarlo e sono stato molto vicino a pubblicarlo con una grossa casa editrice quando mi è stato risposto che per loro non era sufficientemente commerciale, ma va bene così. La parte più difficile è stata abbandonare la storia e i suoi (pochi) personaggi, soprattutto lo psicopatico Pac e il suo mondo surreale e paranoico. 
Hai altri progetti per il futuro?

Ho un nuovo romanzo pronto, una storia composta da un guscio narrativo che racchiude brevi incipit di altre storie, un elogio della creatività come antidoto alla schizofrenia. È ambientato in un carcere indiano. L’ho proposto ad alcune case editrici, poi si vedrà.

Cesenatico è un paese molto vicino al mondo del libro e alla cultura in generale, come ti sembra l’ambiente letterario? 

Cesenatico è un paese molto stimolante dal punto di vista letterario, anche se per motivi di lavoro non riesco a godermelo come meriterebbe, essendo sempre chiuso in gelateria. Mi considero fortunato a vivere in un piccolo paese che offre bellezze uniche, persone sorridenti con la battuta pronta, affollato da turisti che ci arricchiscono non solo dal punto di vista economico e che sanno apprezzare la cultura in ogni suo aspetto, culinario, artistico, ambientale e sociale.

Il libro “Bruciate lentamente” è disponibile su Amazon, sia in versione cartacea che ebook.

                                  

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