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Anche il corrispondente da Berlino del Corriere della Sera l’ha definita una pagina “ipocrita” farcita di “finti attestati di solidarietà e di luoghi comuni”. E in effetti il “Wir sind bei euch!” (siamo tutti con voi) della Bild Zeitung profuma davvero di presa per i fondelli, un po’ come l’Arbeit macht frei all’ingresso di molti lager germanici.

Sarà per i trascorsi non proprio filo-italiani del più scandalistico quotidiano tedesco (1,3 milioni di copie al giorno) – quello che ci ha sempre descritti “pizza, mafia e mandolino” – o sarà il sentimento anti-tedesco che, da quale tempo, serpeggia nel Belpaese, sta di fatto che la pagina di solidarietà pubblicata oggi dalla Bild non ha convinto quasi nessuno.

La monografica è una sorta di replica alla lettera inviata nei giorni scorsi da alcuni governatori e sindaci alla Frankfurter Allgemeine Zeitung. Nell’articolo bilingue, con al centro la bella foto di un’infermiera bergamasca, la Bild scrive “siamo come fratelli” e “ci avete aiutato a far ripartire l’economia”. Un chiaro riferimento all’accordo di Londra del 1953 con il quale 21 Paesi europei, compresa l’Italia, tagliarono il debito tedesco permettendo a Berlino Ovest di rinascere tra le macerie fumanti della Seconda Guerra Mondiale.

“Siete sempre nei nostri pensieri. Ce la farete. Torneremo da voi e dal vostro mare”, si legge ancora nell’articolo che elenca appunto tipicità e icone italiane apprezzate in Germania, oltre alle bellezze naturali e architettoniche del nostro Paese. Insomma, un ramoscello d’ulivo che, in altri tempi, non avrebbe destato alcun sospetto. Ma oggi come mai, più delle parole contano i fatti. E l’Italia, al di là di moine e smancerie, oggi dalla Germania si attende soprattutto quelli.

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