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L’Emilia Romagna rispetta con rigore il decreto “tutti a casa”, anche se più di un terzo dei cittadini della Regione ancora si sposta per andare a lavorare. Questo si evince dai dati analitici contenuti nel primo “Report sulla mobilità delle comunità durante COVID-19”, pubblicato da Google che, attraverso la geo-localizzazione, ha monitorato gli spostamenti di tutto il pianeta, compresi i quattro milioni e mezzo di abitanti delle nove province dell’Emilia Romagna.

La ricerca confronta, di fatto, i flussi dei movimenti prima e dopo l’entrata in vigore del decreto che, dall’11 marzo, ha messo in quarantena oltre sessanta milioni di italiani.

Per la precisione, il rapporto mette a confronto le ultime settimane (con dati “aggiornati a 2-3 giorni fa”) con le cinque dal 3 gennaio al 6 febbraio. Ebbene, quasi azzerati i movimenti verso ristoranti e locali (-96%), ridotti dell’88% le passeggiate nei parchi e sempre dell’88% le presenze su autobus e treni. Sorprende un po’ il dato su alimentari e farmacie che, benché aperti – secondo il geo-radar di Google – nella nostra Regione hanno ridotto i flussi del 94%. E proprio questo dato ha sollevato le perplessità maggiori tanto da lasciar ipotizzare che, nella scelta delle macro-sezioni, qualcosa sia sfuggito ai ricercatori di Google.

In ogni caso, a fronte di questi clamorosi segni “meno” che disegnano, di fatto, un paese paralizzato, c’è ancora una parte consistente di cittadini che si muove da e verso il posto di lavoro: anche in questo caso la flessione c’è, ma è del 65%. Ciò significa che oltre un terzo degli emiliano-romagnoli va ancora in fabbrica o in ufficio.

L’unico luogo dove gli utenti si geolocalizzano più spesso è, chiaramente, casa propria. Ed è questa la percentuale che sintetizza la rigidità con cui un Paese sta seguendo la clausura: in Emilia Romagna – così come in tutta Italia del resto – l’incremento è del 24%. Solo Israele fa di più (+30%) e la Spagna ci si avvicina (+22%).

In ogni caso, la comparazione dei dati regionali, evidenzia una situazione tutto sommato omogenea. Le differenze che non si notano a livello regionale, si vedono invece confrontando i diversi Paesi. La Spagna ha ormai raggiunto numeri simili a quelli dell’Italia. In Francia la mobilità si è molto ridotta, ma il calo sui luoghi di lavoro è più basso (del 56%). I britannici si spostano meno con i mezzi pubblici, ma le presenze nei parchi e negli uffici si è “solo” dimezzata. La Germania ha ridotto attorno al 50% le presenze in negozi di alimentare, farmacie e parchi. Ma quelle sui luoghi di lavoro sono diminuite appena del 39%.

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