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Si fa presto a dire “tenetevi pronti che, forse, si apre”. L’appello potrà avere un senso per un negozio che, tutto sommato, ha una struttura aziendale più snella e costi fissi più contenuti. Ma “mettere in moto” un albergo – lo sanno bene gli addetti ai lavori – è un procedimento assai più complicato che, impone, ancor prima di aprire, spese obbligatorie molto onerose.
Abbiamo preso in esame i costi fissi di “pre-apertura” di un albergo a 3 stelle con circa 30 camere e abbiamo scoperto che, ancor prima di ricevere il primo cliente, un albergatore deve spendere in media poco meno di 10mila euro. Costi, va ribadito, non facoltativi ma imposti per legge.
Se poi ci aggiungiamo le spese non obbligatorie ma necessarie (come le pulizie, le assicurazioni e i vari allestimenti), allora nel budget iniziale vanno aggiunti almeno altri 9000 euro.
Dunque, escludendo le assunzioni del personale (con contributi, malattia, assicurazioni, ecc…), l’approvvigionamento del magazzino (cibo, bevande e prodotti per la pulizia) e le utenze fisse (acqua, gas, luce, Tari, ecc…), ancora prima di incassare un solo euro (a parte qualche caparra), un albergatore sa già che “per tenersi pronto” dovrà anticipare grosso modo 20mila euro.
E questo avendo come prospettiva una stagione piena di incognite, perché le zone più colpite (Lombardia, Emilia, Veneto e Piemonte) rappresentano, guarda caso, il nostro storico bacino di clientela, perché con tutte le “ferie” imposte in questo periodo dalle aziende non sarà facile per i lavoratori poter strappare una settimana di riposo, perché l’italiano si è mediamente impoverito e, in questi mesi di paralisi produttiva, avrà certamente attinto ai suoi risparmi, e perché il rischio di lavorare con nuove regole (distanze sociali, ricettività ridotta, nuovi dispositivi di sicurezza, sanificazione periodica degli ambienti) rischia di aumentare ulteriormente i costi gestionali. Insomma, altro che 1989 (la nefasta stagione delle mucillagini), qui il rischio di rimessa è davvero concreto.
E’ più o meno con questi calcoli in testa che, la scorsa settimana, il presidente dell’Adac Giancarlo Barocci, interpretando il “sentiment” della categoria, ha espresso tutti i suoi dubbi sulla prossima estate. Anche perché un conto è dover rinunciare ad una parte consistente del proprio fatturato, un altro è – a fine estate – accorgersi di non aver neppure coperto le spese. Per altro, molti alberghi a Cesenatico sono gestiti in affitto e, dunque, raggiungere la sostenibilità economica per alcune strutture, anche lavorando con canoni ribassati, diventerà un’impresa titanica.
E allora come se ne esce? Anziché lanciare appelli irresponsabili, sarà bene cominciare a ragionare, almeno per questa stagione, su un radicale snellimento dei costi gestionali. Magari riducendo gli adempimenti pre-apertura, garantire la gratuità dei corsi obbligatori legati alla sicurezza, stanziare un fondo di supporto per chi decide di aprire, condonare la Tari e offrire una copertura legale (e – perché no? – assicurativa) nel caso in cui un cliente risulti affetto da Covid-19. Sono proposte come tante, ma necessarie per far sì che la categoria degli albergatori – su cui poggiano le fondamenta del nostro modello turistico – inizi quantomeno a ragionare se è il caso di rischiare oppure no.

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Anna Budini

Anna Budini

Anna Budini scopre il mondo del giornalismo nel 2004 nella redazione de La Voce di Romagna. Ha poi l'occasione di passare ai settimanali nazionali, inizia così a scrivere per Visto, ma nonostante la firma sul nazionale, scopre che la sua grande passione è la cronaca locale. Dal 2016 ha iniziato a scrivere per il Corriere della Sera di Bologna.

2 Comments

  • Marco Foglieri ha detto:

    Buongiorno a tutti, sono Marco Foglieri per Hotel Colorado **** di Valverde.
    Chiedo scusa ma stamattina ho letto questo secondo articolo sulla nostra categoria e mi ha nuovamente indispettito.
    Si elencano le spese fisse per l’apertura di un hotel.
    Spese più o meno corrette, spesso pure al ribasso.
    Non si considera mai però il costo della promozione che varia tra i 10.000 (pensioncina) e i 40.000/50.000 (grossi family hotel). Noi per esempio siamo già sui 15.000/20.000 tra impegni presi con i vari portali, piccolo aggiornamento del sito e l’inizio di alcune campagne.
    Non si considera mai il costo degli investimenti (più o meno consistenti) che ogni anno una buona gestione deve continuamente ridestinare allo sviluppo della propria azienda. Noi, senza far nulla, siamo già sotto di un costo prossimo a quello della promozione.
    Questi sono costi che giovano al singolo ma che considerati cumulativamente sostengono la promozione del territorio diventandone un bene collettivo che mai nessuno considera.
    Costi già spesi.
    Quindi la domanda non dovrebbe essere tengo chiuso per non perderci, ma posso permettermi di buttar via decine di migliaia di euro?
    A questo pensiero non è ancora stata aggiunta la complicazione per la variabile degli affitti o dei mutui per chi non ha la fortuna di un’attività “di famiglia”.
    Non capisco allora questo piangersi addosso o anche solo pensare che lo “stare chiusi” possa essere una possibilità, perché non lo è!
    Allora visto che il tema dominante dei due articoli letti scema… non si può, non si deve e non è corretto cedere al vittimismo. Si deve aprire o almeno sperarlo, visto che tenere chiuso non è una possibilità per nessuno.
    Si dovrà cercare di rientrare nelle spese sostenute, sperando di lavorare decentemente senza che queste opportunità siano viste come una mano a poker perché a noi imprenditori non è concesso l’azzardo.
    Si deve lavorare con la consapevolezza che l’obiettivo sarà il pareggio, valutando meticolosamente ogni centesimo di spesa. Ma questo è parlare di acqua calda, visto che la parsimonia è una virtù di cui tutti voi siete già sicuramente più capaci di me.
    Piangere non ci aiuterà a chiedere più incentivi o aiuti, perché solo uno stupido sarebbe incapace di capire le enormi difficoltà che dovremo affrontare. E che fuori, nei Palazzi esistano degli stupidi, credo poco.
    Si deve allora diffondere ottimismo, perché neanche gli imprenditori sono stupidi. Non hanno bisogno di leggere l’ennesimo necrologio su di loro per capire che non sarà un’estate facile.
    Buona domenica delle Palme a tutti,
    Marco

  • giuseppe dambrosio clementelli ha detto:

    Una domanda: per chi come me ha già pagato il canone d’affitto per la stagione x la gestione di un albergo che cosa deve fare ??

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