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di Sabina Magalotti

E’ stato travolto da una polemica politica che non si aspettava ma, dopo tanto dibattito sui social, anche Stefano Farabegoli, titolare dello storico Ristorante Teresina di Cesenatico, intende chiarire la sua posizione sulla multa che la Polizia Municipale di Cesena ha fatto all’auto di uno suoi corrieri.

La vettura, lo ribadiamo, sostava sul ciglio della strada adiacente al Teatro Verdi, la location presa in affitto come appoggio logistico per effettuare il servizio d’asporto anche a Cesena in questo periodo di emergenza da Covid-19.

“Mi chiamo Stefano Farabegoli. Il “Ristorante Teresina” è il locale della mia famiglia, da sempre. Siamo alla quarta generazione e questo, dal 1958 ad oggi, è in assoluto il periodo più duro che abbiamo mai affrontato.

Vorrei fare chiarezza su quanto è stato scritto sui giornali e sui portali online a proposito della vicenda della multa. In questo periodo, come molti altri locali, facciamo solo “consegne a domicilio” e una multa (una soltanto) è stata fatta all’auto di un mio dipendente alcuni giorni fa perché era in sosta davanti al Teatro Verdi in attesa di partire per una consegna.

Qualcuno ha pensato che fosse di un cliente venuto a prendersi l’asporto. Non è così. Sono state dette e scritte tante cose su un episodio che, sul piano formale, non può essere contestato perché, tutto sommato, la multa era tecnicamente ineccepibile.

Dunque chi, per conto del comune di Cesena, ha operato in questo senso davanti al Teatro Verdi ha solo fatto il proprio dovere e non va colpevolizzato. E lo dico in tutta sincerità.

Però è anche giusto fare qualche considerazione sul perché siamo arrivati a questo episodio. Il periodo che stiamo attraversando è il motivo che mi ha spinto ad “allargarmi” a Cesena. Fino ad un mese fa, infatti, mai avrei pensato di aprire una cucina lontano da Cesenatico e la cosa è stata decisa insieme a tutti i miei collaboratori.

Vi siete chiesti cosa ci aspetta nei prossimi mesi e forse, ad essere pessimisti, anche nei prossimi anni? Quanto tempo dovrà passare per superare la profonda crisi economica che stiamo affrontando? Perché non si tratta solo di Covid-19 ma anche di come dovremo affrontare la ripresa economica.

Sono abbastanza preoccupato di questo, ma mi ritengo una persona positiva e cerco in ogni difficoltà di trovare nuove opportunità. Quanti di noi, del resto, non stanno pensando a come reinventarsi il proprio lavoro, a come ribellarsi alla depressione che in questo momento sta attanagliando le nostre attività che sono fonte di lavoro e reddito per tantissime persone?

Siamo un popolo forte e pieno di iniziative, i nostri nonni ce lo hanno insegnato in tanti anni di crisi, di guerre e, se vogliamo uscire vincitori anche da questo bruttissimo periodo, dobbiamo restare uniti.

E’ quindi necessario appoggiare tutte quelle iniziative che puntano a non fermare la nostra economia ed è per questo che, ora più che mai, occorre solidarietà da parte di tutti noi e sostegno da parte di tutte le istituzioni e soprattutto aiuti economici da parte dello Stato. Ma dobbiamo farci vedere uniti perché, secondo me, per il momento possiamo contare solo su questo, la nostra unità, il nostro aiutarsi l’uno con l’altro, la nostra generosità nel dividere il poco che abbiamo con gli altri.

Il rigore e la rigidità nell’applicazione fredda delle norme da parte delle istituzioni e lo scontrarsi verbalmente e politicamente non ci consentirà di ripartire tanto velocemente ma contribuirà certamente ad affossarci ancora di più. Ora pensiamo tutti a cosa possiamo fare nel nostro piccolo per uscire prima possibile da questa situazione. Occorrerà sudore, sacrificio e anche dolore, ma facciamolo insieme e ci sembrerà tutto più leggero”.

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