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L’avviso è appeso in bella vista sulla porta d’ingresso della Coop di via Saffi: “Si prega di fare la spesa in silenzio”.

Come se stessimo per entrare in chiesa, con la discrezione liturgica che si usa abitualmente nei luoghi sacri, da oggi fare la spesa diventa un esilarante esercizio di mimica.

Non bastavano dunque le mascherine chirurgiche o le distanze sociali. Per togliere al Covid ogni minima possibilità di propagarsi nell’aria, ecco il fermo richiamo al silenzio che soffoca ogni esalazione, reprime ogni sospiro e tampona ogni particella pestifera.

Entrare alla Coop oggi è un po’ come ritrovarsi in una corsia d’ospedale: dimenticatevi il rituale cicaleccio da mercato, le quattro chiacchiere delle casalinghe, addio alle cassiere loquaci che dispensano consigli su come condire il branzino o asciugare gli aloni sulle piastrelle.

In questo tempio del consumismo, dove una volta starnazzavamo felici, oggi è sceso il silenzio più cupo. E quell’indice severo portato sulle nostre mascherine è diventato il simbolo marziale della nostra battaglia.

Un’esagerazione è una verità che ha perso la calma, diceva qualcuno. Forse siamo già parecchio in là…

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