fbpx
 
 
 
 

di Erika Bartoli

Il nuovo DPCM presentato dal premier Conte il 26 aprile prevede, come noto, molte novità a partire dal 4 maggio per diverse attività che – dopo la lunga quarantena – potranno finalmente riaprire. Parrucchieri ed estetisti, invece, per riprendere il lavoro, dovranno aspettare il 1 giugno, così come i ristoranti e bar. Per loro, la tanto attesa Fase 2, è ancora un miraggio.

Estetiste sul piede di guerra non solo a livello nazionale ma anche nel nostro territorio. Senza lavoro e senza reddito da più di 50 giorni, alzano la voce, urlando tutto il loro disappunto.

Dopo aver ascoltato il premier ed essermi resa conto che nulla era cambiato per la mia categoria, confesso, e non me ne vergogno, di aver pianto – spiega Ylenia Zani, titolare di Quinta Essenza centro estetico -. Mi sento completamente abbandonata e non posso far altro che vedere un futuro con ben poche speranze per noi artigiani, titolari di piccole imprese che, con una chiusura di 3 mesi, soprattutto senza aiuti, saremo messi a dura prova. Questo comporterà la morte di molte attività! Noi come categoria siamo da anni sempre state attente all’igiene, sanificando, autoclavando e disinfettando ambienti e materiale, quindi adottiamo già da tempo tutte le misure richieste dalla legge per il bene nostro, delle collaboratrici e, soprattutto, delle clienti.”

“Per quel che mi riguarda – prosegue – posso dire che le mie clienti sentono molto la mancanza del mio operato e di quello delle mie dipendenti, alcune sono quasi più disperate di me. Mi scrivono dicendomi che le manchiamo, che non vedono l’ora di essere di nuovo coccolate, massaggiate ed ascoltate perché, oltre a dare un servizio puramente estetico, instauriamo con loro un rapporto basato anche sulla fiducia e sull’ascolto. Sapere che loro hanno ancora ‘bisogno’ di noi fa bene al cuore, soprattutto in questo momento di grande sconforto. Questo mese che mi separerà dall’apertura della mia attività sarà l’attesa per un nuovo inizio. Nonostante tutto voglio essere fiduciosa”.

Martina Montanari, titolare di Estetica Anna Maria, racconta così i giorni del lockdown: “Il 26 Aprile, prima che parlasse il premier Conte, mi sentivo molto ottimista e speranzosa perché ero convinta che ci avrebbe autorizzato ad aprire, se non il 4 maggio, almeno l’11. Per questo, già pensavo, che questa settimana avrei potuto predisporre tutte le precauzioni per ripartire in sicurezza. A questo punto, spero vivamente che la data prevista per la riapertura, e cioè il primo di giugno, venga rivista e rivalutata. Nel frattempo ci impegneremo per adottare tutti quei presidi sanitari che vengono richiesti per tutelare la salute delle clienti, delle dipendenti e di noi stesse.”-

“Tenere un’attività chiusa per così tanto tempo comporta dei costi fissi mensili non indifferenti ed i 600€ che lo Stato ha erogato, ovviamente, non bastano. Confesso – continua Martina – che ci si sente completamente abbandonati e per nulla tutelati e questo perché, a mio avviso, lo Stato non fa i reali interessi dei cittadini. Per il momento dobbiamo attenerci al Decreto con la speranza di ripartire il prima possibile e cercare di aiutarci a vicenda. Uniti ne usciremo vincenti. Ho la fortuna di fare un lavoro che amo e nel quale metto tutta la mia passione e la mia professionalità, perché questo lavoro non è solo curare le persone da un punto di vista esteriore ma, quando metti amore in quello che fai, le persone diventano clienti fedeli e molte anche amiche, perché questo lavoro è anche ‘ascoltare’. Una piccola parola di conforto, unita alla tua professionalità lavorativa, permette di emulsionare felicità e bellezza e, anche in questi lunghi mesi di inattività, le mie clienti sapevano che, in caso di bisogno, potevano contattarmi per ricevere qualche consiglio, per continuare a mantenere una pelle protetta e curata anche da lontano, oltre che avere parole di conforto ed amicizia”.

Per quel che mi riguarda credo sia stato doveroso chiudere attività come la mia – va controcorrente Viviana Piscaglia titolare di Vivì il centro estetico olistico – l’arte del benessere -. La chiusura del mio centro estetico è partita, di comune accordo con le mie dipendenti, il giorno prima che uscisse il Decreto ministeriale che ha imposto la chiusura di attività per la cura della persona. In questo periodo di inattività, ho comunque portato avanti e curato tutta la parte burocratica, ho dato consigli alle mie clienti, rimandato ordini di prodotti. Attraverso i social io e le mie ‘ragazze’ ci siamo attivate per fare corsi di aggiornamento su vari argomenti inerenti al nostro lavoro. Sono e sono sempre stata serena e tranquilla. La data prevista per l’inizio della nostra fase 2 mi va bene; nel frattempo ci stiamo dando da fare per adottare le dovute precauzioni e ci stiamo attivando per proporre un paio di novità. Ovvio, non sarà semplice ricominciare, ci vorrà tempo ed ancora più impegno ma ce la metteremo tutta. Sono consapevole che gli aiuti, se mai ci saranno, non basteranno per tutti e non saranno sicuramente sufficienti, per cui siamo pronte a a rimboccarci le maniche, a reinventarci e rinnovarci”.

Elisabetta, titolare di Estetica Beauty Box, spiega “Non nascondo che dopo l’annuncio ho provato una grande sensazione di sconforto ed incredulità. Non avrei mai pensato di dover affrontare una situazione del genere. Ma la notte porta consiglio, ho riflettuto a lungo e ora sono consapevole del fatto che, probabilmente, anche questa volta è stata fatta la scelta più giusta. Il mio lavoro è uno di quelli più a rischio, dopo le categorie dei medici ed infermieri, in quanto non possiamo garantire il distanziamento sociale di 1 metro. Ma non mi sono persa d’animo, sto lavorando per offrire a tutta la mia clientela una riapertura in sicurezza. Sanificherò l’ambiente e metterò in atto tutte le precauzioni previste dalla legge per contrastare la diffusione del virus. Per mantenere vivo il rapporto con le mie clienti mi sono attivata per la consegna di prodotti per il viso, il corpo, le mani, i piedi, creme solari e trucchi. Inoltre è possibile avere anche una mia consulenza gratuita. Io resto sempre positiva, fa parte del mio carattere e confido nel buon senso di tutti; il ministro Conte ha ipotizzato un’apertura dei centri estetici i primi di giugno, ma solo se il picco dei contagi non aumenterò di nuovo. Quindi, coraggio un ultimo sforzo. Da questa situazione abbiamo sicuramente imparato quali sono le priorità della vita. La morale è: con qualche baffo in più ma in salute!”.

“Certamente non mi aspettavo di riaprire il 4 di maggio, ma nemmeno l’1 giugno! Le mie previsioni erano indicativamente il 18 o il 25 del mese prossimo, quindi sono rimasta amareggiata. Il mio primo pensiero è andato alle mie clienti. I servizi che noi estetiste offriamo non soddisferanno bisogni primari, ma contribuiscono al benessere psico fisico delle persone – sostiene Piera Maltoni, titolare di Estetica San Bao -. Mi sono resa disponibile nell’effettuare consegne a domicilio, informando preventivamente le clienti sulle tipologie e caratteristiche dei prodotti disponibili in una locandina, per poi offrir loro una consulenza telefonica. Ma questo purtroppo non è sufficiente e non sostituisce il nostro servizio; ci sono persone che non riescono da sole a provvedere alla propria cura personale e hanno fortemente bisogno di noi e io sì, in questo caso mi sento di averle abbandonate e di non poter fare niente per aiutarle. Ed anche io, a mia volta, mi sento abbandonata dallo Stato e sono amareggiata perché la nostra categoria non viene abbastanza tutelata e in un momento così delicato e difficile, sia a livello economico che emotivo. Non mi spaventa il fatto di dover adottare, per il mio centro, ulteriori misure di sicurezza , perché nel nostro settore abbiamo sempre rispettato normative igienico – sanitarie molto rigorose all’interno dei locali. Io per prima sono a favore di questo e, da sempre, utilizzo materiali monouso per tutelare me stessa e la mia clientela, e questo è stato sempre molto apprezzato. Ora però si parla di uno Stato che dimentica che dietro un’attività chiusa c’è anche una persona che ama il suo lavoro, che ha fatto dei sacrifici per intraprendere il suo sogno e che vuole lottare per portarlo avanti. Io non voglio che quel sogno finisca perché il mio lavoro è la mia passione, è la mia vita e se potrà continuare non sarà certo per la solidarietà dello Stato, ma per la comprensione e la sensibilità dei miei stessi fornitori con i quali da anni ho un rapporto di reciproca fiducia. La mia speranza, che è la stessa di tutti i miei colleghi, è che arrivino presto gli incentivi statali e che questa volta diano la priorità alle attività ‘sospese’ da quasi due mesi, come la mia, e fiscalmente vorrei che le tasse venissero ulteriormente posticipate; non mi sembra giusto che chi come noi inizierà  a lavorare il 1 giugno, debba già preoccuparsi di pagare le prime scadenze alla fine dello stesso mese. La voglia di riaprire è tanta e, seppur con tutte le limitazioni necessarie, spero che la lotta delle associazioni di categoria riesca a farci anticipare la riapertura”.

Il prolungamento del lockdown per le categorie dedite alla bellezza del corpo non fa altro che incrementare il lavoro nero ed arricchire le tasche di chi continua ad esercitare illegalmente la professione, violando – oggi più di ieri – regole fiscali e norme igieniche. Si sa che parecchie persone non riescono a rinunciare a tinte o cerette, dando così man forte a chi esercita questo lavoro in modo illegittimo.

Sostieni livingcesenatico con una piccola donazione!

 
Inviando questo modulo acconsenti al trattamento dei dati secondo le vigenti norme di Privacy e diritto di autore. Per maggiori informazioni vai alla pagina Privacy e Cookie.

Leave a Reply