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di Erika Bartoli

Come ogni anno, dal 1982, il 29 aprile, milioni di ballerini in tutto il mondo festeggiano la Giornata Mondiale della Danza. Un anniversario che accomuna tutti i paesi del mondo. Eppure, in questi giorni, nessuno ha voglia di fare festa. Troppi gli interrogativi e le incognite che aleggiano sul futuro della danza, uno dei settori più colpiti dall’emergenza epidemiologica. E anche a Cesenatico, dove il settore è particolarmente dinamico, il malcontento è oramai all’ordine del giorno.

“La nostra situazione è completamente immobilizzata – spiega Monica Battistini, presidentessa dell’associazione ‘Dance Dream’ asd di Cesenatico – il Ministro dello sport ‘passa la palla’ a quello della cultura e viceversa con il risultato che le scuole di Danza, a quasi due mesi dall’inizio dell’emergenza, non sanno ancora nulla. Non ci sono date, non ci sono protocolli, davanti a noi abbiamo un gigantesco punto interrogativo. Tutta questa incertezza ci impedisce di programmare con lucidità un’eventuale riapertura. Dovremo iniziare ad attivarci per pulire e sanificare gli ambienti, per riprogettare gli spazi, tenendo conto del distanziamento sociale. Ma non abbiamo riferimenti e dunque è impossibile per noi pianificare il futuro. Quando il Decreto Ministeriale dell’8 marzo ha stabilito la chiusura delle scuole di danza, noi non pensavamo assolutamente ad un lockdown così lungo. Per cui abbiamo lasciato le stanze così com’erano, senza pulirle a fondo e con tutto il materiale dei saggi nel mezzo. Anche per questo, per ripartire, abbiamo bisogno di un minimo di preavviso. Ci preoccupa anche l’incertezza sulla riapertura dei campus estivi, della scuola di danza estiva, compreso la tap dance. Di solito si propone sempre qualcosa ai ragazzi durante l’estate, con attività anche all’aperto, nei parchi e al mare, ma con questi scenari non possiamo azzardare nulla…”.

“All’indomani dell’ultimo discorso del presidente del Consiglio Conte, quello del 26 aprile, abbiamo deciso di lanciare un’iniziativa, assolutamente non commerciale, per i nostri allievi. La nostra preziosissima sarta Cristina, con i ritagli di stoffa rimasti dai costumi degli spettacoli di danza e di musical (Annie, Shrek, La bella e La Bestia, Peter Pan, Pinocchio, Alice nel paese delle Meraviglie, Cenerentola), ha cucito con cura ed amore mascherine in cotone, lavabili, con taschino per inserire un ulteriore filtro, di diverse misure. Ne ha preparate fino ad esaurimento di tutta la stoffa – continua Monica -. Non le vendiamo ma, chi desidera averne qualcuna, può contattare il seguente recapito telefonico 347 918 22 44  e fare, eventualmente, un’offerta assolutamente libera. Creare queste mascherine è stato un modo per rimanere legati al ricordo di quello che abbiamo lasciato, un modo per dire, forte e chiaro, che noi non vogliamo rinunciare ai nostri sogni”.

“Grazie ad un’idea di Silvia Mirtinci di Budrio, rappresentante del direttivo di Assodanza Italia, abbiamo anche pensato di inviare ai rispettivi sindaci uno scritto comune che riassumesse le problematiche presenti nelle varie scuole di danza. Dopo oltre due mesi dall’inizio di questa emergenza sanitaria che ci ha travolti, ognuno di noi sente il dovere di esprimere il suo punto di vista per quel che concerne la riapertura delle nostre attività, non certo dal lato scientifico/sanitario, non ne avremmo le competenze, ma esponendo in modo chiaro le nostre esigenze in modo da garantirci una riapertura secondo i criteri richiesti”.

“Le conseguenze di questa chiusura prolungata – prosegue Monica – sono molteplici. C’è la sfera emotiva, in quanto ci manca la cosa più bella del nostro lavoro, ossia guardare negli occhi i nostri ragazzi, sentire il loro respiro, vederli mentre si asciugano il sudore, condividere con gioia i loro successi. C’è la sfera economica perché, dopo oltre 40 giorni di fermo assoluto, le nostre associazioni sportive continuano a generare costi (affitti, utenze e scadenze contabili in primis). E poi c’è la sfera didattica, visto che, oramai, la programmazione scolastica e degli spettacoli finali dell’anno accademico in corso è irrimediabilmente compromessa.
Il ministro Spadafora sta lavorando per farci riaprire al più presto, si pensa che una data credibile possa essere quella del primo giugno. La Dance Dream asd, insieme alle altre scuole dell’Emilia Romagna, raccolte in Asso Danza Italia, sta preparando una lettera che invieremo ai sindaci, agli assessori alla cultura, ai presidenti della commissione sport, al presidente della regione, per avere una garanzia di ripresa immediata delle attività fisiche e sportive, sempre in linea con le disposizioni del Governo. Abbiamo bisogno di conoscere i tempi ed avere un chiarimento sulla tempistica e le modalità della riapertura, evidenziando criteri precisi per le procedure di sanifcazione e riadeguamento degli impianti e dei locali adibiti all’attività, che tengano conto delle esigenze specifiche del nostro settore. Abbiamo anche bisogno di sapere se ci verrà concessa la possibilità di usufruire gratuitamente di spazi pubblici aperti, adeguatamente allestiti per la realizzazione di attività di danza. Ciò per favorire la riapertura e la ripartenza immediata. Vorremmo inoltre conoscere se ci sarà data la possibilità di fare spettacolo dal vivo in spazi aperti, in piena estate, magari – conclude Monica – studiando soluzioni che non creino assembramento”.

Le scuole di Danza vogliono ripartire. Non hanno più voglia di aspettare. L’arte è vita. E loro vogliono ritornare a vivere. Insieme, danzando.

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