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di Delio Zavalloni

Sono Delio Zavalloni. Per trent’anni sono stato un tecnico del settore giovanile sportivo a Cesenatico e in prevalenza mi sono occupato di ciclismo. Ho spesso lavorato nell’ambito dell’organizzazione di eventi e il cicloturismo è sempre stato la mia passione. Nove Colli compresa!

Pensando al ciclismo, la memoria mi riporta al passato e a Marco Pantani che ci ha regalato emozioni che non si possono dimenticare. Credo proprio che i tifosi lo ricorderanno per sempre. Qui in Cronache dalla terza età vorrei raccontare, per quel che posso, della storia ciclistica che mi ha visto partecipe con tanti altri colleghi di quella specie di “furore sportivo” che nel passato ha visto Cesenatico al centro di interesse nazionale e non solo.

Premetto che a Cesenatico esisteva ed esiste una società sportiva: la Fausto Coppi. Tanti ragazzini, come Marco, anche più piccini, chiedevano l’iscrizione alla società ciclistica. Marco aveva 15 anni, era un esordiente allievo molto promettente, ed era anche rispettoso nei confronti dei tecnici e dei formatori. Non era il campione che conosciamo, ma la sua statura morale era già alta. Ascoltava ed era molto attento, come gli altri lavorava sodo negli allenamenti. Anche le famiglie collaboravano. Ho allenato dal 1972 fino al 2003 circa, dopo sono andato in pensione.

Marco pur di andare in bici prendeva quella della mamma. Ma quando il nonno Sutero gli regalò una nuova bici, un giorno di pioggia la sporcò e la pulì nella vasca da bagno. I suoi genitori non lo sgridarono tanto, capivano che quel ragazzino magro e pieno di energia voleva emergere.

Il “Pirata”, il ragazzo che veniva dal mare, come poi è stato chiamato, è ancora molto amato a Cesenatico e anche in tutta Europa. In Francia “Pantanì “ lo ricordano ancora. Le più belle imprese le ha fatte sui Pirenei, sulle Alpi.

Oltre ad aiutare nell’allenamento, avevo una mia attività: le cicloturistiche, ossia fare del ciclismo non competitivo affiancato al turismo. I raduni erano molto partecipati al tempo, si muovevano intere famiglie in pullman, l’aggregazione sociale regnava sovrana e il nostro territorio era esplorato e conosciuto sotto vari aspetti, non solo mare ma anche colline dolci e pendii. Ricordo con piacere una gara in Lombardia, si trattava del Campionato italiano che si teneva a Costa Masnago sul lago di Como. Tutti i soccorritori delle ambulanze parteciparono e anch’io ne facevo parte, le guidavo! Il percorso era su sentieri impervi, era difficoltosa, l’ultimo chilometro fu particolarmente faticoso. Riuscii a dare il massimo fino a raggiungere il podio quale secondo classificato. Fu una grande soddisfazione competere con il resto del gruppo.

Ora incontro i ragazzini di allora, ci diamo una pacca sulla spalla ricordando i bei tempi.

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Anna Budini

Anna Budini

Anna Budini scopre il mondo del giornalismo nel 2004 nella redazione de La Voce di Romagna. Ha poi l'occasione di passare ai settimanali nazionali, inizia così a scrivere per Visto, ma nonostante la firma sul nazionale, scopre che la sua grande passione è la cronaca locale. Dal 2016 ha iniziato a scrivere per il Corriere della Sera di Bologna.

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