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di Sandro Manzi

Sono Sandro Manzi, nato a Cesenatico, in via Baldini, una strada storica della città. Fin da piccolo ascoltavo la musica, soprattutto le percussioni, gli altri ballavano ma io mi concentravo sui ritmi e i movimenti delle braccia, delle mani e dei piedi. Ascoltavo anche i dischi, quelli in vinile, che giravano sul giradischi anche per cinquanta volte. Suonare mi ha dato sempre soddisfazione e questa è la mia storia.

Non sono mai andato a scuola per imparare a suonare, tutto quello che ho imparato, è nelle mie orecchie, canali preferenziali che portano suoni e ritmo musicali.

A 17 anni il mio babbo, un tenore apprezzato che si esibiva a volte al teatro comunale, mi regalò una batteria, che ancora conservo! A casa non potevo suonarla, così spesso andavo in campagna a casa di amici e mi esercitavo con loro che suonavano la chitarra, il sax e anche il basso. Creammo allora un complesso dal nome “I Gioielli”. Poi venne la volta del gruppo “I Santi Barbari”, un complesso musicale più maturo. Per il manifesto promozionale scegliemmo di rappresentarci in spiaggia con la sola testa fuori dalla sabbia. Fu un successo!

L’ultimo gruppo a cui ho partecipato è stato “Pino Del Mondo e i Mondiali”, Pino era il cantante, e il suo soprannome ci ha dato l’idea di estendere il nome. Con questo gruppo abbiamo avuto delle belle soddisfazioni date anche dall’opportunità di conoscere e accompagnare musicalmente grandi personaggi già famosi in Italia e nel mondo quali Lara Saint Poul e Sergio Endrigo.

Ho avuto la possibilità di viaggiare molto e le mie tournée in giro per l’Italia sono state esperienze fantastiche, poi tornavo con i miei amici sempre a Cesenatico: turnè a ca’ dicevamo ridendo felici!

Gli anni ’60 sono stati per Cesenatico un’esplosione di novità e divertimento, la musica imperversava in ogni angolo. Ricordo che un pomeriggio il mio gruppo si esibì nel teatro parrocchiale e con grande coraggio e un pizzico di incoscienza suonammo “Dio è morto” un pezzo storico dei Nomadi. I preti ci guardavano con leggero sospetto poiché la canzone era una novità, ma noi continuammo fino alla fine imperterriti e con i microfoni chiesti “in prestito” alla Chiesa, poi spiegammo che non c’era proprio nulla di oltraggioso e tutti quanti capirono e ascoltarono soddisfatti il ritmo e le parole!

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