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Nel 2019, in Emilia Romagna, sono state spacciate 6.828 banconote false per un valore complessivo di 332.440 euro. I tagli più utilizzati dai falsari sono quelli da 50 euro (2850) e da 20 (2335), ma c’è anche chi è riuscito a rifilare sette banconote da 500 euro.

Quello dei soldi contraffatti è un problema che investe anche la nostra regione, sebbene la circolazione delle banconote false non sia diffusa come in Lombardia (quasi 17mila tagli rinvenuti lo scorso anno), nel Lazio (13.773, il 90% nella capitale) o in Campania, dove si registra il record di tagli posticci da 500 euro (ben 181).

Noi, in base ai dati 2019 diramati dall’Antifalsificazione monetaria dell’Arma dei Carabinieri – siamo al sesto posto in Italia per numero di banconote false rinvenute, davanti al Veneto e subito dietro alla Puglia che detiene però un record singolare: è la regione con il maggior numero di banconote false di piccolo taglio (da 5 e da 10 euro).

I dati, però non tengono conto della contraffazione delle monete da 1 e da 2 euro, che provengono in gran parte dalla Lombardia che, grazie al know how maturato nella metallurgia, conia nelle sue zecche clandestine monete false tra le migliori al mondo. In generale, però, resta la Campania la regione leader nello stampare banconote con tecniche di altissimo livello (l’80% di tagli proviene da lì). Roma è invece la principale piazza italiana di smercio, mentre il prodotto destinato all’estero finisce sui mercati globali creati su canali Telegram, dove le banconote sono talmente di buona qualità che vengono vendute – mediante l’utilizzo di cripto valuta – tra il 15 e il 30% del loro valore nominale.

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