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“Il turismo deve probabilmente far fronte alla peggiore prova della storia moderna, è tra i fiori all’occhiello della nostra economia, il suo salvataggio è dunque una priorità nazionale”: il discorso avrebbe potuto pronunciarlo, numeri alla mano, il nostro Premier Giuseppe Conte e, invece, lo ha pronunciato il premier francese, Edouard Philippe, svelando un piano cosiddetto “massiccio” di rilancio del turismo, che rappresenta un “impegno da 18 miliardi di euro” per le finanze pubbliche della Francia.

Insomma, ammesso (e non concesso) che il piano varato dal Governo Italiano valga davvero 4 miliardi, i nostri vicini transalpini per il loro turismo hanno messo sul piatto quattro volte e mezzo in più di stanziamenti pubblici. Un problema di risorse diverse? Forse, ma soprattutto di sensibilità diverse.

Nel maxi-piano francese è previsto un ampio accesso al fondo di solidarietà, una disoccupazione parziale per le aziende del settore con il rimborso del 70% del salario dei lavoratori, nonché un raddoppio del plafond giornaliero dei ticket restaurant, aumentato da 19 a 38 euro. E mentre Conte ci spiegava a reti unificate che non era ancora questo il momento per aprire le frontiere regionali, Philippe annunciava il via libera alle vacanze estive: “I francesi potranno andare in vacanza in Francia a luglio e agosto, possono quindi procedere senza preoccupazioni alle loro prenotazioni”, ha affermato il premier.

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