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La didattica multimediale, in queste settimane di pandemia, ci ha regalato scenette esilaranti. Se è il giorno del compito in classe, l’allestimento è più o meno il seguente: davanti alla webcam il volto francescano dello studente con l’aureola; un centimetro fuori dal campo visivo della telecamera, appunti giganteschi appesi come poster, fotocopie di pagine di testo sul soffitto, cellulari “sequestrati” ai genitori per mettersi in contatto con la task-force dei suggeritori e, in alcuni casi, gli auricolari direttamente collegati con l’insegnante di ripetizione. Insomma, altro che pizzini arrotolati nell’asola della camicia. Basterebbe allargare un po’ lo zoom di quelle webcam per trovarsi di fronte all’armamentario super-tecnologico del copiatore provetto.

Questo avviene puntualmente nelle scuole medie, alle superiori e, forse, anche in qualche università. Non alla Bocconi però, dove per stanare i copioni si sono dotati di un’applicazione super-tecnologica che, leggendo gli spostamenti della pupilla, è in grado di individuare anche il minimo sgarro.

Leonardo Caramalli è uno studente universitario di Cesenatico al 1° anno della Bocconi e ieri ha sostenuto il suo primo esame scritto (Computer Science) in regime di smart-working. Di prima mattina si è collegato alla piattaforma multimediale dell’ateneo milanese (la Black-board) ma prima ha dovuto scaricare un’app: il Respondus monitor.

Basata sul browser LockDown – lo “standard di riferimento” per bloccare il computer di uno studente e garantire che il dispositivo di elaborazione non venga utilizzato per imbrogliare durante un esame in remoto – l’applicazione è ad oggi la più spietata sentinella virtuale a disposizione degli atenei per evitare che lo studente cada nella tentazione di copiare.

Leonardo, alla Bocconi sono così rigidi?

“A quanto pare sì. Del resto, l’esame a casa, dal punto di vista dell’ateneo, comporta dei rischi potenziali e dunque non è strano che in un’università di questo livello, con laboratori di ricerca informatica così evoluti, si riesca a mettere a punto strategie difensive così efficaci”.

Tutte queste misure anti-imbroglio vi hanno colto di sorpresa?

“No perché nei giorni scorsi avevamo fatto delle demo per mettere a punto la piattaforma informatica. Ognuno di noi sapeva perfettamente i rischi che avrebbe corso”.

Ovvero?

“Bastava un movimento sospetto per vedersi annullato l’esame. Del resto, prima di iniziare ogni test, sia in remoto che in aula, gli studenti della Bocconi sono tenuti a firmare il cosiddetto ‘honor code’, ovvero un codice etico in cui s’impegnano a non copiare e a non mettere in atto comportamenti contrari all’onore dell’istituto”.

E in caso di violazione?

“Si va incontro a ripercussioni pesanti, come ad esempio al divieto di sostenere altri esami per un periodo più o meno prolungato”.

Come funzione l’app anti-imbroglioni?

“Prima di iniziare, sempre con la webcam rigorosamente accesa, ho registrato la mia presenza e la mia partecipazione al test. Poi, prima di ricevere il link dell’esame, ho dovuto fare una foto ed un video a me stesso in cui fosse ben visibile il volto ed il badge identificativo. Inoltre, con un’altra foto ho dovuto mostrare l’ambiente di lavoro, fotografando con chiarezza anche la scrivania e lo sfondo. Io, ad esempio, avevo attaccato sulla parete diversi adesivi e, per non alimentare sospetti, ho dovuto rimuoverli”.

Altri accorgimenti?

“Non si possono indossare occhiali da sole, cappellini, visiere, cuffie o auricolari. Nella stanza dev’essere garantita un’illuminazione adeguata ed il massimo silenzio. E ovviamente non si può aprir bocca”.

Che cosa segnala l’applicazione?

“Controlla che lo studente resti sempre all’interno del campo visivo. Chi si allontana, anche solo per qualche secondo, rischia l’annullamento dell’esame. Inoltre, il sistema verifica anche il movimento degli occhi e, se uno studente guarda insistentemente in un punto anomalo, il professore riceve una notifica e lo studente comincia ad essere controllato a vista. A quel punto, nel caso si riveli un comportamento sospetto il professore può procedere in maniera discrezionale, chiedendo spiegazioni ma anche annullando l’esame”.

E a te l’esame come è andato?

“Ho tenuto gli occhi incollati allo schermo evitando qualsiasi movimento sospetto. Alla fine, credo sia andata bene”.

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