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Con il senno di poi, si può dire che le proiezioni del Comitato Scientifico ci avevano visto giusto. “Se la curva pandemica manterrà questi trend – ci avevano detto ad inizio aprile – attorno a fine maggio l’Emilia Romagna sarà una regione covid-free”.

Ieri, nelle nove province, si sono registrati venti contagi in più, dunque siamo molto vicini alla “quota zero” prevista due mesi fa dall’Istituto Superiore della Sanità. Ancora più incoraggiante la situazione in Romagna dove ieri si sono contabilizzati appena tre casi di positività (due a Rimini e uno a Ravenna). Covid-19 ormai debellato invece nella nostra provincia dove nell’ultima settimana si sono registrati solo un paio di casi in più. Dunque, all’interno dei confini regionali, il coronavirus si sta rapidamente estinguendo e, con questi numeri, dicono i virologi, sarebbe piuttosto improbabile nei prossimi mesi la comparsa di nuovi focolai pandemici.

Il condizionale, però, è d’obbligo visto che, dal prossimo 3 giugno con l’ormai certa apertura dei confini regionali, la riviera romagnola tornerà ad ospitare i primi forestieri, compresi quei turisti lombardi che storicamente – con nove milioni di presenze ogni estate – rappresentano il nostro bacino più importante. L’apertura dei confini significa gestire una nuova “promiscuità” e dunque anche la Romagna – che importa persone – potrebbe ritrovarsi con dati pandemici un po’ diversi.

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