Il funerale di Tinin Mantegazza è un film che ripercorre la biografia dello scrittore, del pittore e dello scenografo, protagonista di spicco del teatro per ragazzi, illustratore e autore di libri per l’infanzia. Inventore delle “telefiabe”, aveva ideato e realizzato il simpatico pupazzo Dodò, protagonista della trasmissione Rai “L’albero azzurro”.
Il corteo per dare l’ultimo saluto a Tinin è partito dalla camera mortuaria dell’ospedale di Cesenatico ed è arrivato alla “sua” vela sul porto canale, “pensata” da Tinin e inaugurata lo scorso settembre a Cesenatico.
Un funerale laico con tanti personaggi del mondo della cultura e dello spettacolo che hanno ricordato il loro compagno di vita. Roberto Vecchioni, Cochi e Renato, Raoul Casadei, l’attrice Lucia Vasini, i giornalisti Salvatore Giannella e Luca Crovi, il mondo del teatro e dei burattini rappresentato da Ruggero Sintoni e Maria Elena Baredi. Presenti i sindaci i Cesenatico, San Mauro Pascoli, Gatteo, Savignano sul Rubicone e Gambettola, ma anche gli ex sindaci di Cesenatico, Nivardo Panzavolta e Luciano Natali. I compagni di una vita professionale Mino Savadori e Maurizio Bertoni.
La funzione è iniziata con l’Internazionale, la più famosa canzone comunista della fine del XIX secolo suonata dal musicista Stefano Fariselli.
Poi i ricordi di una vita. “Un tuo amico – ha preso la parola la moglie Velia – questa mattina mi ha chiamato e mi ha detto: ‘È stato cattivo perché ti ha lasciata sola, deve tornare perché noi abbiamo bisogno di lui'”.
Un omaggio all’ironia di Tinin è di Renato Pozzetto: “In questo momento sta svolazzando tra di noi e starà dicendo ‘guarda sti pirla che sono venuti qua’” continua Cochi: “Insieme a lui abbiamo scoperto Cesenatico, dove facevamo festa insieme a Dario Fo. Tinin ci mancherà perché, anche nei momenti più difficili, riusciva sempre ad essere ironico”.
“È stato l’ultimo boscadeo, Tinin era dentro la verità: libertà, sogno, fratellanza, amore verso gli altri – ricorda Roberto Vecchioni – Era un uomo bambino, aveva la saggezza di un bambino, sapendo di essere un uomo”.
“L’ultimo saluto a Tinin abbiamo voluto farlo in questo luogo dove si trova la sua vela – interviene il sindaco di Cesenatico, Matteo Gozzoli – Lo ricordo sorridente lo scorso 8 settembre. Il nostro Paese ha perso un grande artista, uomo e umanista. Da oggi, ogni giorno, sul far della sera Tinin ci saluterà quando la sua vela si accenderà”.
“Si emozionava come un bambino – ricorda Mino Savadori – Aveva un grande affetto per Cesenatico, un luogo di lavoro e la casa della Marineria. La sua vela è un pensiero e da sempre nella sua attività artistica il volare è sempre stato presente. Basta pensare a Dodò, un uccello bambino che desiderava volare. Anche Tinin è volato via… buon viaggio!”.