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E’ il locale simbolo dei teen-ager romagnoli, per molti giovani la rinuncia più dolorosa in questi tre mesi di lockdown.

Lo staff delle Indie, storica discoteca cervese, a due passi da Cesenatico, scalpita per riaprire le sue porte.

Dopo quasi quattro mesi di chiusura (ultima serata il 22 febbraio scorso) c’è l’esigenza non più prorogabile di ripartire per provare a salvare almeno una parte d’estate, anche se le anticipazioni delle linee guida – che ora dovranno essere trasformate in protocolli dal Governo – hanno raffreddato un po’ gli entusiasmi.

In ogni caso, c’è la speranza che il testo definitivo licenziato dal Governo sia un po’ meno naif e sappia trovare il ragionevole compromesso tra esigenze sanitarie e identità delle discoteche: “A noi la volontà di ripartire non manca – spiega Maicol Ucci, uno dei gestori della storica discoteca di via dei Cosmonauti – ma certo è che, dopo aver letto le anticipazioni pubblicate oggi dalla stampa, un po’ preoccupati lo siamo…”.

Qual è, in particolare, la misura che la convince di meno?

“Sicuramente quella della distanza sociale di due metri sulla pista da ballo. Mi chiedo in che modo, noi gestori, potremo far rispettare quella norma. Io capisco la volontà di scongiurare ogni rischio di assembramento ma, chi ha frequentato almeno una volta nella vita una discoteca, sa benissimo che chiedere ai giovani di ballare distanziati è molto complicato. Sicuramente, con gli ingressi contingentati, la calca dovrebbe essere scongiurata in partenza, ma d’altra parte non possiamo neppure presidiare militarmente la pista da ballo mettendo uno steward alle calcagne di ogni cliente. Insomma, a meno che non si rinchiuda ogni giovane in un silos di plexiglas, all’interno di una discoteca la distanza di due metri mi pare francamente inapplicabile”.

Altra norma poco realistica?

“Quella che vieta la consumazione dei drink al bancone del bar. Qualcuno dovrebbe spiegarmi per quale ragione un ragazzo che beve in piedi corre più rischi rispetto ad uno che beve da seduto. Insomma, anche questa norma non è di facile comprensione e denota una scarsa conoscenza di certi ambienti e di certe dinamiche”.

Per quanto riguarda il problema della capienza ridotta?

“Si tratta, prima di tutto, di capire in che modo verrà definita la capienza di un locale. Dopodiché si valuterà se, con quel numero massimo di ingressi, la gestione dell’impresa ha una sua sostenibilità economica. Se così non fosse, probabilmente, dovremo aumentare il numero di serate settimanali. Dunque, lavorare con meno gente, ma più spesso”.

Anche ballare con la mascherina non sarà molto comodo…

“In effetti, sarà un po’ strano vedere i giovani ballare travisati, ma queste sono abitudini ormai entrate stabilmente nella nostra quotidianità. Nelle anticipazioni che ho letto ho trovato anche norme di buon senso. Ad esempio, non siamo affatto preoccupati per la sanificazione degli ambienti così come per i dispenser per l’igienizzazione delle mani o per i termoscanner all’ingresso per misurare la temperatura corporea. Questi sono accorgimenti che, senza dubbio, appesantiranno l’organizzazione logistica dei locali sia in termini di tempo che di costi, ma che alla fine non ci creeranno particolari difficoltà”.

Nei guardaroba, gli indumenti e oggetti personali dovranno essere riposti in appositi sacchetti porta abiti in modo che non entrino mai in contatto tra loro…

“Per fortuna, con l’estate alle porte, il problema del guardaroba è molto relativo. Semmai di quello ci preoccuperemo il prossimo inverno”.

I sindacati delle discoteche si sono molto lamentati in questi mesi…

“Impossibile dargli torto. I locali da ballo sono stati letteralmente dimenticati in questa pandemia e, mentre per altri settori, il Governo ha predisposto ammortizzatori o aiuti, noi – a parte qualche promessa – non abbiamo ancora ricevuto nulla. Dovevamo essere gli ultimi? D’accordo, ma almeno, in questo periodo così lungo, bisognava garantire ai gestori dei locali risorse e contributi economici per contenere le perdite. Invece, ad oggi, non è stato fatto nulla per il settore e dunque non stupiamoci se poi a luglio in tanti non riapriranno”.

Siamo in grado di dare un appuntamento al grande popolo delle Indie?

“In primis bisognerà confrontarsi con i protocolli ufficiali, con la speranza che molte linee guida vengano stralciate. A quel punto dovremo riattivarci in poco tempo per garantire ai nostri ragazzi le massime condizioni di sicurezza. Diciamo che, se tutto va come pensiamo, il primo weekend di luglio contiamo di inaugurare finalmente l’estate 2020 delle Indie”.

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