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“Da almeno quattro anni la Romagna sta diventando sempre più povera rispetto all’Emilia”. Lo ricorda, numeri alla mano, il Segretario Generale della CISL Romagna Francesco Marinelli, secondo cui “l’emergenza Covid, nelle tre province romagnole, è stata come una pioggia sul bagnato”.

Gli ultimi dati a disposizione dell’Ufficio Studi del sindacato avevano indotto a lanciare un grido d’allarme già negli scorsi mesi: “Risultava infatti – rivela Marinelli – che i cittadini delle tre province romagnole avessero redditi da lavoro e da pensione tra i più bassi della Regione, una tendenza purtroppo già iniziata nel 2016 e che ora, se non si interviene tempestivamente, è destinata a peggiorare”.

Secondo l’elaborazione di dati CAF CISL relative alle dichiarazioni dei redditi 2018 su un campione di 56.242 contribuenti, infatti, il reddito medio dei lavoratori dipendenti della provincia di Ravenna era di euro 21.754,42, a Forlì-Cesena euro 21.389,86 e a Rimini euro 18.686,08, il dato in assoluto più basso della Regione Emilia-Romagna.

Per il segretario Cisl “è indispensabile programmare il futuro, superando i campanili per garantire sviluppo e benessere alle comunità della Romagna”. Una visione che la CISL aveva già individuato nel 2017 durante il suo ultimo congresso, chiedendo alla politica e alle associazioni che si incominciasse a pensare in ottica di “Sistema Romagna”.

“Occorre, inoltre, progettare un Piano strategico Romagnolo che favorisca sviluppo di qualità attraverso investimenti, a partire dalle infrastrutture fisiche e tecnologiche – dichiara Marinelli – solo così potremo pensare ad un futuro sostenibile per la Romagna”.

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