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Forse è giunta l’ora di parlare di questa benedetta “allerta meteo”.

In un paese come Cesenatico, che nella sua storia ha vissuto esondazioni devastanti (l’ultima nel febbraio 2015), conoscere con largo anticipo le condizioni meteo-marine è senza dubbio importante.

Il problema è che un’allerta meteo, nel 99% dei casi, si risolve con una spruzzata di pioggia di modesta entità, in ogni caso nulla che possa realmente mettere in allarme una comunità intera. Provate a pensarci: quante allerte-meteo avete letto negli ultimi mesi su facebook e quanti danni effettivi abbiamo registrato sulla spiaggia o nel centro abitato?

La percezione di un’allerta meteo nell’immaginario dei turisti del fine settimana, invece, ha sempre effetti devastanti, soprattutto se – come avviene puntualmente – l’avviso della Regione scatta di venerdì. Con quel bollettino, giallo o rosso che sia, i programmi di una famiglia cambiano radicalmente: se non c’è l’allerta meteo organizzo il fine settimana al mare, se c’è l’allerta meteo vado all’Iper, all’Ikea o, magari, resto a casa.

Sorvolo sull’infallibilità della stazione meteo regionale anche se, in diverse circostanze, l’allerta si è rivelata poco affidabile (o comunque un tantino esagerata). Ma ho la sensazione che qualcuno sottovaluti parecchio gli effetti collaterali di certe comunicazioni.

Per carità, se viene diramata un’allerta meteo, il sindaco ha il dovere istituzionale di diffonderla il più possibile nella sua comunità perché se non lo fa – c’è da scommetterci – è la volta che straripa il canale. Ma – mi chiedo – è davvero necessario che la notizia, ogni volta, diventi virale su facebook? Se piove (perché di questo, nel 99% dei casi, stiamo parlando) non basterebbe avvertire via whatsapp bagnini, titolari di esercizi pubblici e negozianti della città?

Che senso ha enfatizzare via social, per altro con largo anticipo, un temporale estivo scoraggiando tanti turisti che, invece – magari con l’ombrello sotto braccio – potrebbero comunque venire a farsi una passeggiata a Cesenatico? O, in subordine, non si potrebbero reclamizzare solo quelle allerte in cui si prevedono condizioni meteo-marine davvero estreme, evitando di diramare un bollettino ogni qual volta una nube transita nel cielo della città? Anche ieri di gente a Cesenatico ce n’è stata pochina, perché si temeva la pioggia e, invece, nel pomeriggio è venuto fuori uno splendido sabato di sole.

Siamo nell’era post-Covid e, a giudicare dai turisti, questo mese di giugno ricorda un po’ marzo. Molti alberghi non sono ancora aperti e alcuni neppure apriranno. Gli stabilimenti balneari lavorano nei weekend, ma durante la settimana, la spiaggia sembra il deserto del Gobi. In questo scenario di lacrime e miseria bisogna provare a salvare il salvabile. E anche certi dettagli, a volte, possono fare la differenza.

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