“Un dissacratore”, un autore “troppo vistosamente crepuscolare per esserlo fino in fondo o per non sospettare una qualche sua eresia…”.
Contiene prospettive davvero interessanti l’articolo di Massimo Raffaeli pubblicato oggi sull’edizione online del Manifesto e dedicato a Marino Moretti. Un omaggio che il filologo e critico letterario dedica alla vita e alle opere del poeta di Cesenatico in occasione della ripubblicazione, da parte de “La Nave di Teseo”, della sua “strategica” auto-antologia del 1919.
Partendo dal celebre convegno di Cesenatico del 3 ottobre del 1975, Raffaeli parla di Marino Moretti – a quei tempi novantenne – come di un “autore nettamente anti-avanguardistico”, di un “dissacratore silenzioso o piuttosto in falsetto, percependosi ancora una volta come il fratello opposto e complementare di Palazzeschi ovvero come un Pascoli totalmente estroverso, talora spensierato e appagato, comunque sgravato dalle grevi ipoteche dell’inconscio”.
E ripercorrendone la poetica con l’abituale perizia filologica, Raffaeli ci regala un profilo meno compassato del poeta “come se – scrive – allestendo l’auto-antologia che avverte terminale, egli mirasse a smarcarsi dall’etichetta che lo aveva bollato, il crepuscolarismo, e intanto trattasse la sua stessa poesia con il finto candore (la sostanziale freddezza) di un manierista”.
L’articolo di Massimo Raffaeli su Marino Moretti è interamente leggibile cliccando in questo link.