Con l’emergenza pandemica ormai rientrata (almeno da un punto di vista sanitario) restano sul terreno i cocci di una crisi economica e finanziaria che si annuncia altrettanto drammatica. Per questo, la vicina San Marino ha deciso di rispolverare un vecchio progetto già valutato qualche anno fa, in piena crisi bancaria: quello della criptovaluta. L’idea è del segretario alle Finanze, Marco Gatti, che ha presentato il progetto “Titano”, il bitcoin locale.
Dunque, per pagare la spesa o le tasse nell’Antica Repubblica, i 34mila abitanti potranno usare la nuova valuta digitale, che avrà un valore pari a un euro e che potrà essere usata al posto della moneta continentale. Il “Titano”, spendibile solo all’interno della Repubblica di San Marino, è una moneta che potrà essere utilizzata per pagare stipendi e pensioni e che sarà caricata su un’apposita smart card.
La nascita di questa criptovaluta è collegata a un disegno di legge predisposto dalla maggioranza di governo: “E’ un generatore di liquidità per aiutare famiglie e aziende in difficoltà a seguito della pandemia”, ha spigato il segretario Gatti. “In Italia potrebbe essere assimilata alla Sardex, la moneta complementare introdotta in Sardegna”.