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In questo fine settimana, sulla posta di Living Cesenatico, sono arrivate decine di segnalazioni che denunciavano assembramenti e violazioni delle distanze sociali in tante aree e locali pubblici della città. La maggior parte di queste erano corredate da foto e video e, in molti casi, documentavano infrazioni clamorose: gente accalcata come ai “bei tempi”, mascherine ormai scomparse anche negli spazi chiusi, baci e abbracci come fosse Natale e gel igienizzanti esauriti alle 21 e non più sostituiti fino all’alba.

Da una parte, in un certo senso, sono le scene che tutti avremmo voluto vedere perché, dopo una primavera al 41bis – come ha scritto ieri il sindaco su facebook – certificano “un confortante ritorno alla normalità”. Dall’altra, leggendo di focolai pandemici che spuntano qua e là sulla via Emilia, quelle scene da festa patronale generano un po’ di apprensione e, con un pizzico di fatalismo, solleticano anche qualche domanda, del tipo… ma non staremo un po’ esagerando?

In ogni caso, la scelta di non pubblicare quelle foto e quei video (e vi garantiamo che, da Ponente a Villamarina, ce n’era davvero per tutti…) non è un banale atto di remissiva codardia, ma la sintesi ragionata di una linea editoriale che parte da almeno due considerazioni.

La prima riguarda i nostri doveri deontologici. E’ vero che, di fronte ad una palese violazione della legge, il giornalista non può girarsi dall’altra parte, ma ciò non significa che deve tramutarsi nel pedante delatore di turno che, come una bisbetica maestrina, cerchia in rosso tutte le magagne della sua comunità. Non tocca a Living vigilare sul rispetto dei protocolli sanitari. Quei compiti sono demandati alle forze dell’ordine che, soprattutto dopo l’ultima stretta annunciata dal Viminale, in futuro dovranno intervenire con maggiore fermezza.

La seconda considerazione nasce da una narrazione realistica del contesto. E’ vero che i Decreti anti-Covid restano tuttora in vigore ma, a parte qualche focolaio circoscritto, la curva dei contagi continua a scendere (ieri in tutta la regione appena 21 casi in più) e dunque, anche se nel resto del mondo il coronavirus continua a mietere vittime, dalle nostri parti sembra giunta l’ora di iniziare a convivere con il “nemico invisibile”.

In sintesi, oggi avremmo potuto subissarvi di articoli di sdegno che riferivano, con zelante pignoleria, di assembramenti spudorati, di steward da spiaggia già vaporizzati, di tavolini sempre più vicini, di ragazzi a spasso con la bottiglia di birra in mano e di una “Cesenatico XL” che, in molti casi, allarga più i profitti delle distanze. Tutte cose che sapete già. Perché che le norme si siano allentate e che la vita sia tornata a scorrere con i suoi ritmi abituali, ormai ce ne siamo accorti tutti. Quindi, accartocciamo i richiami ipocriti al senso di responsabilità e, facendo gli scongiuri più ruspanti, prendiamo atto che almeno qui in Romagna la Fase 4 è già iniziata.

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