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Lo ha scritto anche ieri Il Sole 24 Ore: “Il bonus vacanze rischia il flop”. Eh già perché, a 24 ore dal suo varo (1° luglio), il voucher turismo – che secondo il Governo vale 2,4 miliardi di euro – sembra quasi un tema dimenticato.

Alla vigilia del suo debutto ufficiale restano troppe le zone d’ombra e ancora tante le perplessità sul suo effettivo utilizzo. Colpa di un articolato sistema di accesso fatto di identità digitale, certificazione reddituale del diritto al bonus, condito da una erogazione attraverso crediti d’imposta (per gli esercenti) e detrazioni (per i turisti). Per accedere al servizio, il cliente dovrà dotarsi di Spid o CIE, dovrà chiedere un ISEE aggiornato, scaricare e installare l’app “IO”, insomma niente d’impossibile, ma serve una discreta cultura digitale per completare correttamente la procedura.

Ma la formula del bonus è stata criticata non solo per la sua complessità che lo rende poco fruibile, ma anche perché esclude alcuni operatori, per esempio i portali di prenotazioni turistiche (OTA), come Airbnb e Booking, che hanno espresso critiche all’attuale meccanismo nelle audizioni parlamentari sul decreto rilancio: “L’esclusione dei portali – hanno protestato – è un ulteriore elemento che rende difficile l’applicazione dello strumento del bonus”.

Oltre alla sua notevole complessità informatico-fiscale, per altro, il bonus è indirizzato proprio a quei nuclei familiari (con ISEE fino a 40mila euro), che hanno minore propensione al viaggio e bassa spesa in servizi turistici e relativo indotto. Il voucher dunque crea anche una questione di digital divide: le fasce sociali con redditi più bassi, infatti, hanno mediamente minore accesso alla tecnologia e alla connessione a banda larga. Crescono inoltre le opposizioni degli esercenti per il meccanismo di compensazione/cessione dei bonus, che non porta liquidità immediata alle imprese.

Non a caso, nel frattempo, alla Camera il disegno di legge di conversione del Decreto Bilancio ha ricevuto numerosissimi emendamenti, che riguardano anche il bonus vacanze. Fra le varie proposte di modifica: trasferire l’intera dotazione di fondi del bonus alle Regioni; riduzione del 50% degli oneri a carico delle imprese turistiche relativi agli adempimenti e ai pagamenti delle ritenute fiscali e ai contributi previdenziali e assistenziali; aumento del valore del bonus; innalzamento del limite reddituale (ISEE) o rimozione del limite; estensione del bonus fino al 30 settembre 2021.

Resta il fatto che l’imponente infrastruttura traccia ulteriormente la strada alla digitalizzazione del settore e sembra voler dare una spinta verso l’affermazione del modello telematico che l’Agenzia delle Entrate – in particolare attraverso la fatturazione elettronica – considera l’unica vera arma efficace contro l’evasione fiscale. E forse, a ben vedere, la vera finalità di questo bonus sembra proprio questa.

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