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Considerando le avvisaglie di qualche settimana fa sarà un agosto sorprendentemente brillante per il settore turistico. Almeno così garantisce il bollettino dell’ufficio studi Enit-Agenzia nazionale per il turismo, secondo cui – a fronte di una crisi ancora marcata nelle città d’arte – sia nelle città turistiche di mare che di montagna, si attende un Ferragosto col pienone.

Complice il caldo delle città, la voglia di evadere post-lockdown, l’impossibilità di raggiungere mete straniere e la rivalutazione della vacanza di prossimità, nella settimana che va dal 10 al 16 agosto il settore del turismo italiano – nell’anno buio del Covid-19 – vivrà una parentesi di luce.

Elaborando i dati al 30 luglio sulla disponibilità di offerte online per una camera doppia tra il 10 e il 16 agosto (fonte Booking.com), l’Agenzia nazionale per il turismo ha calcolato che l’86% dell’offerta ricettiva italiana è già stato venduto. Percentuale che si assesta al 79% se si estende l’analisi a tutte le tipologie di camere. Considerando il contributo che potrebbe arrivare nei prossimi dieci giorni dagli ordini last-minute, il settore può quindi aspirare al “soldout” di mezza estate.

L’ufficio studi Enit fornisce un focus anche sulle destinazioni più gettonate. Si scopre così che Salento e Cilento guidano la classifica con, rispettivamente, il 98 e il 94% delle camere doppie occupate a Ferragosto. Completano la Top5 le località Cavallino-Treporti (86% di camere vendute), Ravello (81%) e Rimini (80%) che trascina, come da tradizione, tutta la riviera romagnola.

“La crescita dei flussi turistici prevista per Ferragosto – ha spiegato ieri a Il Sole 24 Ore Giovanni Bastianelli, direttore di Enit-Agenzia nazionale per il turismo – è un primo sintomo di ripartenza. Gli italiani stanno reagendo anche al di là delle aspettative, vista la congiuntura”.

Il settore del turismo Made In Italy fa meglio di quello spagnolo – che nello stesso periodo ha “piazzato” il 72% della sua capacità ricettiva complessiva – ma viene staccato dalla Francia, dove risultano vendute quasi nove stanze su dieci (86%).

La fiammata di ferragosto non deve, però, trarre in inganno: il 2020 sarà un anno da record negativi per il turismo italiano. Se nel 2019 il comparto, direttamente e attraverso il suo indotto, aveva generato 13 punti del Prodotto interno lordo (Pil) italiano, quest’anno il contributo non andrà oltre il 7,2% del Pil.

Le imprese del settore allargato perderanno 5,8 punti di Pil in 12 mesi. Il calo diventa pari a 2,6 punti se si considera solo il contributo diretto del comparto, che passerà dal 5,7% al 3,2% del Pil. In termini assoluti circa 50 miliardi di euro, indotto escluso. La stima del centro studi Enit-Agenzia per il turismo italiano trova conferma anche nelle elaborazioni di altre fonti. Un’indagine appena condotta da Cna Turismo tra i propri associati ha calcolato che, tra marzo e maggio, il giro d’affari del turismo in Italia si è contratto di circa 52 miliardi di euro. Sebbene significativo, il calo di 2,6 punti di Pil atteso per il settore è inferiore a quello previsto in altri Paesi europei come Francia e Spagna, dove il comparto vedrà una riduzione del giro d’affari pari a, rispettivamente, 4,5 e 3,1 punti del Prodotto interno lordo nazionale.

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