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Mentre i contagi tornano pericolosamente a salire (ieri in Emilia Romagna 71 casi di Covid-19 in più), s’infiamma la polemica fra gestori delle discoteche ed il presidente della Regione Bonaccini.

“Se si deve lavorare al 50% della capienza – protestano i titolari dei locali notturni – le nostre imprese perdono la loro sostenibilità economica e, dunque, se di deve lavorare in rimessa, molto meglio restare chiusi. Inoltre, chiedere alla gente di ballare in pista con la mascherina è assurdo, oltre che probabilmente pericoloso per la salute della gente”.

Non si è fatta attendere la replica del Governatore che, nel suo post di Ferragosto, ha detto a chiare lettere che, sul tema, non arretrerà di un millimetro: “Ho visto negli occhi il dolore e la disperazione di troppe famiglie e comunità che hanno perduto propri cari – spiega – Se oggi sono svuotati i reparti di terapia intensiva e quasi azzerati i decessi quotidiani, lo si deve ad un impegnativo e quotidiano lavoro nel territorio che non può essere vanificato. Guai a pensare che si sia immuni, soprattutto ora che i nuovi casi riguardano soprattutto persone con meno di 40 anni e giovanissimi, che pensano probabilmente di essere invincibili. Ancora a maggio temevamo di aver perduto per sempre la stagione turistica ed oggi, invece, in particolare in riviera romagnola le attività ricettive, di ristorazione, gli stabilimenti balneari e ciò che ruota attorno al turismo sono in piena funzione. Ecco, non vorremmo che a causa di comportamenti irresponsabili di chi pensa sia tutto uno scherzo o tutto sia superato, a breve venissero vanificati i sacrifici sopportati e dovessimo persino richiudere ciò che abbiamo via via riaperto, come sta accadendo in qualche altro Paese europeo. Perché a quel punto, oltre al ritorno della pandemia sanitaria, avremmo certamente in aggiunta una drammatica ‘pandemia’ sociale ed economica. Chi non ha capito perché, insieme a Luca Zaia, abbiamo deciso di dare una stretta ad alcuni locali (basta si rispettino le regole e tutti possono continuare l’attività) e chi ha pensato bene di ricorrere agli insulti personali se ne faccia una ragione. Non arretro di un millimetro. Al primo posto la tutela della salute delle persone”.

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