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“Il canone demaniale va pagato entro il 15 settembre di ogni anno ma, purtroppo, nei molteplici interventi normativi sin qui adottati dal governo non vi è stato alcun provvedimento in favore dei balneari relativamente al canone o altri oneri fiscali”.

Lo denuncia Antonio Capacchione, presidente del Sib-Confcommercio, lamentando la mancanza di misure di sostegno per le imprese balneari colpite dal profondo calo di presenze dovuto alla pandemia del Covid-19: “Anche l’ultimo decreto legge di agosto non contiene alcun intervento per l’eliminazione, riduzione o rinvio del pagamento dei canoni demaniali, né modifica il trattamento fiscale ingiusto e penalizzante per le 30.000 imprese balneari (dall’aliquota Iva al 22% invece che al 10% come per tutte le altre aziende turistiche al pagamento della Tari per l’intero anno e non per il periodo di effettivo esercizio dell’attività). Persino nell’avvenuta abrogazione dei valori Omi – prosegue Capacchione – si manifesta un trattamento sfavorevole verso la balneazione attrezzata italiana, con l’ingiusta disparità fra i pertinenziali balneari (per i quali l’eliminazione dei valori Omi si attua solo dal prossimo anno) e quelli della nautica (per i quali l’abrogazione è, invece, retroattiva dal 2007 con diritto a compensare il canone di quest’anno e quelli futuri con quanto versato in più negli scorsi anni)”.

“A questo punto – aggiunge il presidente del Sib – riteniamo doveroso utilizzare ogni possibile procedura per l’ottenimento almeno della riduzione del 50% del canone demaniale nelle more di opportune e doverose correzioni che ci auguriamo avvengano in sede di conversione del decreto legge n. 104/2020 e per le quali ci stiamo adoperando con specifiche proposte emendative. A tal proposito si evidenzia che la normativa attualmente vigente (art. 3 comma 1 lett. c) D.L. 5 ottobre 1993, così come modificato dalla legge 296/2006 art. 1 comma 251) prevede già la riduzione del canone demaniale marittimo ‘nella misura del 50 per cento: 1) in presenza di eventi dannosi di eccezionale gravità che comportino una minore utilizzazione dei beni oggetto della concessione, previo accertamento da parte delle competenti autorità marittime di zona”. Secondo il numero uno del Sib “l’epidemia in corso ben costituisce un evento eccezionale e straordinario che ha sconvolto le vite anche delle nostre aziende. La nostra organizzazione è, pertanto, a disposizione di tutti i balneari per inoltrare le relative richieste alle autorità competenti”.

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2 Comments

  • John ha detto:

    Dovrebbero vergognarsi a fare un richiesta simile con le presenze che tutti abbiamo visto tra giugno e agosto.
    Ecco perché l’Italia non uscirà dal pantano, questa è la mentalità prevalente, egoismo, opportunismo e avidità.
    Senza contare che i canoni demaniali sono già molto bassi di per sé, vogliamo poi parlare dell’evasione fiscale? Ma per favore.

  • Andrea pipani ha detto:

    Bravo John. Vergognaaaa. Avevo gia scritto in maggio in riferimento alla lettera dei bagnini a Conte e Bonacini scritta con la mano tremolante di chi bon aveva più da mangiare un piatto di riso!!!! Poverini. Chiedevano un’annullamento del canone e un dimezzamento dell’iva. Ora a settembre tornano alla carica. Vergognaaaa. Abbiamo avuto almeno 40 giorni da turismo anni 70. Spiagge strapiene e ristoranti,anche dei bagni,che approfittando anche delle scelte bed and breakfast degli alberghi,hanno stralavorato con tripli turni. Io propongo ai poveri bagnini di devolvere parte dei loro incassi a categorie che hanno veramente sofferto in città e non.

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