La chiusura domenicale dei negozi – in vigore da oggi – rischia di far precipitare la sostenibilità economica di tanti esercizi commerciali di Cesenatico. Per questo, annunciando l’ordinanza regionale di qualche giorno fa, il sindaco Gozzoli ha spiegato che, di concerto con l’Anci, si faranno tutte le opportune pressioni al Governo affinché venga ampliata la platea delle categorie beneficiarie dei famigerati ristori.
Le serrande abbassate la domenica (giorno in cui i negozianti realizzano la parte più consistente dei loro fatturati) si salda anche ad una serie di misure che, per quanto non direttamente rivolte ai commercianti, penalizzeranno in maniera pesantissima i loro incassi.
Già la chiusura dei locali alle 18 e dunque l’azzeramento delle occasioni serali di socialità aveva provocato un radicale cambiamento delle abitudini dei consumatori (“se non posso uscire la sera, che senso ha acquistare quel vestitino nuovo?”). Ora il divieto alla circolazione tra comuni priva, di fatto, i negozi di Cesenatico anche di tutta quella clientela che proveniva dall’hinterland cesenate. Insomma, in un inverno già caratterizzato dalla ridotta capacità di spesa della gente (non per tutti è stata un’estate di super lavoro), tanti negozi della città rischiano adesso di scomparire.
Il nodo dunque è quello dei possibili ristori che, per il momento, hanno saltato a più pari la categoria dei commercianti.
La prossima settimana è in programma una riunione tra Friuli Venezia Giulia, Veneto ed Emilia Romagna con il Governo per chiedere che ci sia anche una compensazione di carattere economico per quelle attività che – benché aperte durante la settimana – vengono, di fatto, compresse con l’ordinanza regionale. Il Governo ha dato disponibilità all’incontro ma inutile dire che, in questa fase, il reperimento di nuove risorse è molto complicato.