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Stretta nella morsa dell’incertezza, stanca di non poter dare risposte chiare a 22 lavoratori e alle loro famiglie, in un momento fugace di sconforto, ha aperto la sua posta elettronica ed ha scritto una lettera al presidente Giuseppe Conte (presidente@pec.governo.it).

Un’iniziativa assunta anche a nome di tanti colleghi ristoratori romagnoli che, come lei, vivono nel perenne disagio di non poter programmare, con il necessario preavviso, la riapertura dei loro locali.

Si riparte venerdì prossimo? O forse lunedì? Anche Severine Isabey, titolare del Mamì Bistrot di Rivabella, sfoglia la margherita dell’incertezza e, nel frattempo, resta sospesa nel limbo della “via di mezzo”.

 
 
 
 

Isabey ricorda:

“Qualche settimana fa fummo colti tutti di sorpresa dall’ordinanza regionale che, da un giorno all’altro, ci imponeva la chiusura. Noi, che avevano già fatto gli abituali rifornimenti per il weekend e programmato anche un piccolo intrattenimento mattutino, fummo costretti ad annullare tutto e a regalare tanti prodotti freschi che sarebbero andati a deperimento. Oggi la speranza è che le istituzioni tengano presente la complessità delle nostre imprese e ci diano il tempo necessario per organizzare, nel caso, una comoda riapertura. Abbiamo imparato in questi mesi a ‘navigare a vista’, ma tanti lavoratori aspettano da noi delle risposte e, anche se non dipende da noi, è davvero imbarazzante non poter offrire a questi ragazzi neppure un orizzonte di speranza”.

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