Per l’Emilia Romagna ultime 24 ore in zona arancione. Da domani si torna in fascia gialla con l’apertura di bar e ristoranti fino alle 18 e la possibilità di spostarsi da un Comune all’altro (autorizzati anche gli spostamenti nelle altre regioni gialle).
Con l’indice Rt sceso sotto la soglia 1, un po’ tutti in Emilia Romagna – Bonaccini in primis – parlano giustamente di pandemia in regressione e di “restrizioni che hanno pagato”.
Vero su scala regionale, non a Cesenatico. Dove in tre settimane il numero di contagi è addirittura cresciuto (ieri eravamo a quota 244).
Ora, le restrizioni della zona arancione, con i locali pubblici chiusi ed il divieto di spostamenti tra Comuni, avrà forse contribuito a contenere un dato in veloce aumento, ma i numeri parlano chiaro: lo scorso 13 novembre, giorno in cui siamo entrati in zona arancione, il numero dei contagiati era di 151. Ventuno giorni dopo sono 93 in più. E questo malgrado l’inasprimento – il 14 novembre – delle restrizioni della zona arancione con l’ordinanza supplementare di Bonaccini che prevedeva la chiusura nei weekend dei centri commerciali e quella dei negozi la domenica. Insomma, per tre settimane Cesenatico è stata in zona arancione-rossa ma, a quanto pare, è servito a poco.
E’ clamorosamente cresciuto anche il numero dei nostri concittadini in isolamento fiduciario, ovvero quelle persone che – pur non avendo una positività accertata al Covid – hanno ricevuto la chiamata dell’Ausl a seguito delle operazioni di tracciamento che hanno evidenziato un rischio potenziale di contagio. Il 13 novembre – aveva annunciato il sindaco Gozzoli – erano “oltre 350”. Oggi, seppur il dato non abbia il crisma dell’ufficialità, sono oltre un migliaio.
Se sono cresciuti gli infetti è perché prima della chiusura per zona arancione a Cesenatico, specialmente il sabato e la domenica per il canale e a spiaggia non si passava dalla gente che veniva giù. Dopo l’abbiamo pagata,adesso riaprono così ci ammaleremo di nuovo in tanti.