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L’erotismo del burlesque più forte dell’emergenza Covid. Parola di Freaky Candy, sangue romano nelle vene ma da tredici anni residente a Rimini, una delle performer più quotate in Italia nell’arte sensuale del burlesque.

Dopo quasi un anno di inattività, con i locali mezzi chiusi e il mondo dello spettacolo “frizzato” dall’emergenza pandemica, nei giorni scorsi Freaky Candy ha rispolverato corpetti, lingerie, pizzi, merletti, reggicalze e l’immancabile boa di struzzo e – seppur senza pubblico – è tornata finalmente ad esibirsi.

A farle riprovare l’ebbrezza del palcoscenico è stato il Mamì Bristrot di Rivabella che, per venire incontro agli artisti in difficoltà durante il lockdown, ha messo a disposizione, seppur a porte chiuse, il teatrino del suo locale.

“Anche senza pubblico – spiega Freaky Candy – è stato bellissimo tornare a truccarsi e a prepararsi per uno spettacolo. Al Mamì abbiamo registrato le riprese di alcune coreografie che avevamo pronte da tanto tempo ma che, per colpa del covid, non eravamo ancora riuscite a portare in scena. Per noi i video sono molti importanti perché ci consentono di partecipare a festival e concorsi. In questo modo, finalmente dopo tanto tempo, abbiamo del materiale che potremo utilizzare non appena torneremo alla normalità”.

Freaky Candy – che si è sempre esibita in giro per il mondo, in particolare in Canada e Stati Uniti – gestisce dal 2015 a Rimini la scuola “Cuore Burlesque”, una realtà molto importante nel settore che, prima del covid, annoverava circa una settantina di allieve tra Rimini, Riccione, Forlì e Pesaro: “In quest’ultimo anno – spiega – abbiamo lavorato prevalentemente in modalità online, dimostrando comunque una grande resilienza. L’emergenza ci ha ulteriormente unite, anche se a noi tutte manca terribilmente il contatto con il pubblico e l’adrenalina che solo uno spettacolo dal vivo può regalarti”.

Anche al Mamì Bistrot, tuttavia, non sono mancate le emozioni: “Il locale, davvero bellissimo, si presta particolarmente all’arte del burlesque – prosegue – per altro, Severine, la titolare, è stata una ballerina e dunque, in ogni angolo, si percepisce una cura maniacale dei dettagli. Penso, ad esempio, alla bellezza dei camerini: così grandi ed accoglienti non li avevo visti neppure nei grandi teatri americani”.

Freaky Candy e le sue ragazze torneranno ancora ad esibirsi al Mamì, anche per riprendere il filo di un discorso artistico brutalmente interrotto dall’epidemia. Il burlesque, infatti, in Romagna vanta tantissime appassionate: “L’allieva tipo? Non esiste uno stereotipo definito – spiega – perché questo è un mondo tradizionalmente molto trasversale ed eterogeneo. In generale, possiamo dire che si approcciano all’arte del burlesque tutte quelle donne che vogliono riscoprire la loro sensualità e che, in un certo senso, vogliono fare pace con il loro corpo, riscoprendo l’autostima e la convinzione nelle loro doti seduttive. Prima del covid avevo anche un allievo maschio e, con ogni probabilità, non sarebbe stato l’unico. Perché il burlesque è un’arte aperta a tutti e, dopo tanti mesi d’inattività, non vediamo l’ora di ricominciare”.

 
 
 
 

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