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Ha sollevato preoccupazioni in tutta Italia la notizia proveniente da Ostia, dove la giunta Raggi ha pubblicato, prima di Natale, gli avvisi di evidenza pubblica per riassegnare le concessioni demaniali marittime del litorale romano, ritenendo che i titoli di 37 stabilimenti balneari siano in scadenza il prossimo 31 dicembre.

La scelta del Campidoglio ha spiazzato tutti: la sindaca Virginia Raggi, infatti, non solo ha ritenuto di non applicare la legge nazionale 145/2018, che ha disposto l’estensione delle concessioni vigenti fino al 31 dicembre 2033, ma ha addirittura aperto i bandi di gara immediati, al contrario di altri Comuni italiani che, pur rifiutandosi di applicare il prolungamento al 2033, hanno proposto delle “proroghe tecniche” di uno o tre anni.

Il caos, come noto, nasce dalla lettera di messa in mora che la Commissione europea ha inviato i primi giorni di dicembre all’Italia contestando, di fatto, il rinnovo automatico delle concessioni balneari. Entro gennaio il Governo dovrà rispondere alle argomentazioni sollevate dall’Europa, dopodiché Bruxelles potrà passare alla seconda tappa della procedura d’infrazione, inviando un parere motivato ed eventualmente comminando all’Italia una sanzione pecuniaria.

Molte amministrazioni comunali costiere hanno già provveduto a rilasciare ufficialmente le concessioni con la nuova scadenza del 2033 che, oltre a essere stata stabilita esattamente due anni fa dalla legge 145/2018, è stata ulteriormente confermata dalla legge 77/2020 della scorsa estate. Tuttavia, svariati Comuni italiani non lo hanno fatto: molti funzionari hanno infatti il timore di applicare una norma giudicata in contrasto con il diritto europeo e quindi di trovarsi a risponderne penalmente davanti alla Corte dei conti.

Sul tema in Emilia Romagna aleggia uno strano silenzio. Dopo l’annuncio dell’apertura della procedura d’infrazione aperta nei confronti dell’Italia per il mancato adeguamento alla direttiva Bolkestein, la Regione – almeno per il momento – non si è espressa in alcun modo e l’unico documento istituzionale è una risoluzione presentata dalla Lega che impegna il presidente Bonaccini, anche in qualità di presidente della Conferenza Stato-Regione, ad attivarsi nei confronti del Governo perché “difenda nelle sedi europee quanto previsto nella legge 145” ed “attui senza indugio la riforma del demanio e avvii un negoziato con la commissione europea per giungere ad un’applicazione della direttiva Bolkestein alle concessioni marittimo-demaniali che rispetti le peculiarità del nostro Paese”.

“In Emilia-Romagna, come in tutta Italia – avevano detto i rappresentanti del Carroccio – non si può sottostare ai diktat della UE, che non ha mai voluto riconoscere la specificità del nostro territorio”. Ma, dopo quell’atto, il silenzio.

 
 
 
 

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