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Stefano Simoncelli di Cesenatico ha trionfato ancora una volta. Tandem di primi premi in due concorsi di Poesia. A caldo ha commentato ridendo: “Sono una bestia!”. Ormai lo si vede di rado per le sponde del canale e si consiglia di partecipare alle presentazioni dei suoi libri per capire l’intreccio tra parole, emozioni e carta. In passato lo abbiamo intervistato e oltre a spiegarci il senso profondo della poesia ci ha raccontato anche di quando, in pieno clima 68ttino, ha fatto da gregario all’occupazione della Biblioteca comunale. E di quando ha incontrato Pier Paolo Pasolini con il gruppo letterario il Porto dei Poeti di Cesenatico.

E con grande gioia annunciamo la notizia che il talento di Cesenatico ha trionfato nella terza edizione del premio Giorgio Orelli e nell’ultima edizione del Premio Frascati. Ha conquistato l’ambito riconoscimento con il suo ultimo libro ” A beneficio degli assenti” edito da Italic Pequod nel 2019. Il riconoscimento è assegnato dalla Città di Bellinzona per onorare la memoria del poeta, prosatore, traduttore e critico letterario bellinzonese scomparso nel 2013.

Simoncelli è nato a Cesenatico nel 1950 ed è stato animatore, negli anni della giovinezza e insieme a Ferruccio Benzoni, dell’importante rivista «Sul porto», cui collaborarono i maggiori poeti italiani, tra cui Pasolini, Fortini e anche Giorgio Orelli.

 
 
 
 

Simoncelli ha esordito nel 1980 con Via dei platani, cui sono seguite le raccolte Giocavo all’ala (2004), La rissa degli angeli (2006), Hotel degli introvabili (2014), Residence Cielo (2018) e il recentissimo A beneficio degli assenti (2020), tessere di un’opera poetica autentica, vitale e di grande forza espressiva. Un valore a cui la Città di Bellinzona intende rendere omaggio, ricordando al contempo l’amichevole vicinanza di Simoncelli a Giorgio e Mimma Orelli.

Ecco la motivazione della giuria che lo ha eletto vincitore dell’ultima edizione del Premio Frascati.

Il poema che Stefano Simoncelli va stilando da anni ha voluto spesso plasmarsi graficamente in diversa forma, come di gradini d’una scala dove si digrada direbbe Dante e che noi vorremmo salire. Perché il poeta si muove ora, e anche vola, interamente A beneficio degli assenti: tra rondini, soffitti, angeli, scogli, spiagge che si affacciano al di là dell’orizzonte e del verso. Infila corridoi, tunnel. Sale su ascensori. Che, per nostra fortuna, lo riportano ancora sulla terra…Quindi la fermezza, la certezza nell’andare di questa poesia che affida ogni volta il suo corpo, e la lingua, all’affilato sentire. Chi scrive può dunque salutare la madre che non fa più parte dei vivi. Rivedere la compagna e non rimanere trafitto: «Era così bella che mi feriva / in ogni parte del corpo»… Eccolo infine il poeta entrare in una sua stessa poesia, sereno come chi ha potuto scrutare ogni abisso, e così l’officina «dove a mio padre è sparita l’aria / e ha cominciato a parlare // come i nostri morti».

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Alessandro Mazza

Alessandro Mazza

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