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Il 6 gennaio in zona rossa e il giorno dopo… tutti a scuola. Un triplice salto carpiato che – al di là dei diktat della Ministra Azzolina (“A scuola a tutti i costi”) – solleva dubbi sia tra le famiglie che, soprattutto, tra i docenti.

“La ripresa del 7 gennaio, soprattutto per quanto riguarda le scuole superiori, presenta diverse criticità”, ha denunciato ieri il presidente dell’Anp (Associazione nazionale presidi) Antonello Giannelli, mentre il ministro della Salute Roberto Speranza ha emanato l’ordinanza (pubblicata in Gazzetta ufficiale) che stabilisce che alle superiori per ragioni sanitarie dal 7 al 15 gennaio la presenza sarà al 50%, “per passare solo successivamente al 75%”. A sua volta il ministero dell’Istruzione in una circolare ribadisce che “si tratta di disposizioni non derogabili”.

Ma a prendere piede nelle ultime ore è la richiesta unanime da parte dei sindacati di una corsia preferenziale da assicurare al personale della scuola per poter accedere ai vaccini anti-Covid.

In sostanza, i sindacati chiedono che docenti, bidelli, presidi, personale di segreteria, non debbano attendere mesi per accedere ai vaccini. “Sarebbe troppo tardi” dicono e fanno sapere che porranno quanto prima il tema ai rappresentanti istituzionali che incontreranno nei prossimi giorni.

 
 
 

Non è tuttavia scontato che alla ripresa delle lezioni dopo le vacanze natalizie il 7 gennaio si possa garantire nelle scuole superiori una didattica in presenza al 50%. Per il presidente dell’Anp (Associazione nazionale presidi) Antonello Giannelli “solo una settimana al 50% è un tempo troppo limitato che non consentirà alle scuole di riorganizzare, per l’ennesima volta, l’orario. Come ripetiamo da tempo, è auspicabile riportare i ragazzi in classe prima possibile, ma questo va fatto – ha concluso – creando le giuste condizioni altrimenti saranno solo le scuole, gli studenti e le famiglie a pagare le conseguenze della insufficiente riorganizzazione dei trasporti”.

In Emilia Romagna, in particolare, sono stati recuperati durante queste festività 172 bus urbani ed extraurbani. Un parco mezzi che aiuterà certamente ad arginare il rischio assembramenti, anche se la regione ha del tutto ignorato i trasporti ferroviari che – esattamente come prima delle vacanze di Natale – presenteranno criticità soprattutto il sabato e la domenica, quando la sovrapposizione con i lavoratori pendolari genera puntualmente convogli pieni.

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