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“Il Covid-19 è democratico, può colpire tutti. Anche chi come me è uno sportivo allenato. E no non è un’influenza comune”. Questa la testimonianza di un under 40 di Cesenatico che da pochi giorni ha superato il Covid. Ci racconta la sua esperienza da quando ha scoperto di essere positivo, passando per il calvario fisico, a quello psicologico della quarantena.

Perché l’anonimato, ci dica.

“Alle persone non interessa chi ha preso il Covid. Qui siamo tutti uguali, piccoli, anziani, giovani e persone di mezza età. Non è un’influenza che prende Luca, Carlo, Giovanni. Può pigliare tutti. Conta come fare a uscirne indenni”.

Come è iniziato tutto?

“Non mi sentivo bene e avevo un fortissimo mal di schiena da non riuscire a stare in piedi. Una cosa molto insolita per me. Mi sono misurato la febbre e avevo oltre i 39. Il mio medico di base mi ha invitato a fare il tampone e ho avuto esito positivo dopo due giorni”.

Cosa ha pensato in quel momento?

“Mi sono detto: perché a me? Sono sempre stato sano, sono sportivo. È davvero una cosa che può colpire tutti”.

Col senno di poi, la può considerare una normale influenza?

“No, le mie influenze durano due giorni. Questa è stata una sassata. Sono andato avanti per 5 giorni con febbre fino a oltre 39. A me ha colpito la fascia muscolare della schiena nonostante sia allenato. Analizzando la mia storicità ho notato che avevo male atroce proprio nella fascia lombare già provata da un incidente tanti anni fa. Il dolore era talmente forte che pregavo di non dovermi alzare. La quarantena poi è stata un disastro. Ero chiuso in 15 metri quadri. Va bene un giorno o due ma quando sono così tanti è dura. Poi il secondo tampone era positivo nonostante non avessi più sintomi”.

Pensa di vaccinarsi?

“Assolutamente sì. La mia è una scelta per chi mi sta attorno. Ci sono persone con patologie più gravi che potrebbero rischiare molto se a contatto con il virus”.

 
 
 
 

Con il virus bisogna conviverci?

“Non so quale sia la chiave per sbloccare la situazione. Forse bisogna saperci convivere seguendo dei protocolli che non vedo applicati. Credo che ancora molti lo prendano sottogamba. In un primo momento ero pro apertura di alcuni luoghi, poi mi sono ricreduto perché penso che gli ambienti chiusi possano aiutare a diffondere il virus. Penso però che bisogna conviverci e continuare a fare spesa nei negozi e non online. La vita deve andare avanti ma con responsabilità”.

Secondo lei dove lo ha contratto?

“Penso di saperlo ma non lo dico perché non c’è certezza. Posso dire che sono sempre stato molto scrupoloso nel rispetto delle indicazioni”.

Come è cambiata la sua considerazione del virus, se è cambiata?

“Ovvio che dopo che lo hai contratto la tua attenzione è ancora più accentuata. Credo che la consapevolezza sia cambiata un po’ in tutti. Chi non lo ha preso sottogamba all’inizio? Arriva dalla Cina, colpisce gli anziani. Invece colpisce tutti”.

Secondo lei siamo in dittatura?

“Qualche scelta del governo per me è molto discutibile. Non c’è stato nessun piano B dopo l’estate. I problemi ci sono: casse integrazioni non pagate, circoli culturali che hanno visto poco e nulla, l’ammontare delle tasse. Questi sono problemi in cui il Governo non è intervenuto fino in fondo. E chi ha una partita iva come fa a stare a casa? Qui l’aiuto è stato ridicolo. Poi in un’emergenza del genere bisogna prendere anche provvedimenti duri e in ogni crisi abbiamo visto che c’è chi si arricchisce. Credo che questa situazione possa portare a un distaccamento sociale tra le persone, ma non me lo auguro”.

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Alessandro Mazza

Alessandro Mazza

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