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A livello social le adesioni sono già tantissime, ma l’esperienza insegna – soprattutto a Cesenatico – che un conto è insorgere con la tastiera su facebook, ben altra cosa è sfidare la legge e, nel nome della libertà violata, tenere aperta la propria attività violando le restrizioni dei dpcm.

E’ una scena che abbiamo già visto lo scorso fine ottobre in città quando molti ristoratori e baristi manifestarono davanti al Comune contro il nuovo dpcm, minacciando disobbedienza civile e la “resistenza fiscale” salvo poi scendere a più miti consigli e non dare seguito ad alcuna iniziativa. L’unico che sfidò la legge fu il titolare del Jam Session che preferì i fatti al megafono e, coraggioso ma solitario, si beccò un verbale da 400 euro.

Oggi la categoria ci riprova con l’iniziativa “Io apro”, un flash-mob di protesta organizzato dal gruppo Movimento Imprese Italiane che dovrebbe svolgersi il prossimo 15 gennaio in tutte le città italiane. A Cesenatico, nei gruppi social, c’è un grande fermento e sono tanti coloro che – come titolari di attività o come semplici clienti – stanno organizzandosi per aderire all’iniziativa promossa dal ristoratore-guru pesarese Umberto Carriera che, al grido di “basta con questa farsa”, chiede la mobilitazione di massa per riaprire – venerdì prossimo – bar, ristoranti, palestre e piscine in tutta Italia.

 
 
 
 

E di fronte all’iniziativa, come sempre, l’opinione pubblica si spacca: c’è chi si è già abbassato la visiera dell’elmetto e promette “battaglia civile” e chi, sventolando i dati sull’aumento dei contagi, lancia un appello al senso di responsabilità confidando in azioni più ragionate e giudiziose.

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