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Non è il caso di fare i salti di gioia perché anche in “zona arancione” l’economia è ferma e le limitazioni molto pesanti, ma quantomeno possiamo brindare per aver scampato, per un soffio, la tanto temuta “zona rossa”, quella che ci avrebbe riportato, grosso modo, al lock-down della scorsa primavera.

Il peso politico di Bonaccini – che in casa Pd ormai vale più di Zingaretti – questa volta è stato decisivo. Passa la sua linea e dunque viene scongiurata la zona rossa che da venerdì prossimo – dati alla mano – sarebbe sicuramente entrata in vigore da Piacenza a Rimini se fosse stata confermata l’adozione del criterio dell’incidenza di 250 casi di contagio da Covid-19 ogni 100.000 abitanti.

Così non è stato perché, durante l’ultimo confronto Stato-Regioni l’ipotesi di rendere determinante quel valore è stata scartata. Contraria l’Emilia Romagna ma anche tutte le altre regioni. Dunque, impossibile per il Governo far passare quella linea malgrado le pressioni del mondo sanitario che, invece, hanno insistito fino all’ultimo.

 
 
 
 

Venerdì, dunque, a meno di clamorosi dietrofront, resteremo in zona arancione ma preoccupa in ogni caso l’andamento dell’indice di contagio Rt, che se dovesse schizzare sopra l’1,25 condannerebbe in ogni caso la regione alle misure più rigide.

Il nuovo Dpcm del governo è atteso per domani e quel giorno ci sarà una nuova riunione per tirare le fila di tutti i provvedimenti discussi in questi giorni: la conferma del coprifuoco dalle 22 alle 5; il divieto di spostamento tra regioni anche in zona gialla; l’introduzione delle zone bianche in presenza di un indice Rt particolarmente basso (0,5) ma anche provvedimenti allo studio che già creano malumori e polemiche, come la previsione di vietare il servizio d’asporto dei bar dopo le 18.

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