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Stretto tra l’incudine dei medici ed il martello dei genitori inferociti, non sono giorni facili per il Governatore Bonaccini costretto, suo malgrado, a difendersi dalla slavina di polemiche che l’ha travolto dopo la decisione di posticipare l’ingresso degli studenti delle superiori al 25 gennaio.

Sulla scuola, del resto, la Regione aveva fornito “ampie garanzie” e, durante le feste, aveva garantito che “l’Emilia Romagna, con i suoi 500 autobus in più” sarebbe stata “pronta a tornare alla scuola in presenza”. E, invece, all’ultimo granello di clessidra, il dietrofront.

“A me è molto dispiaciuto dover rinviare la riapertura delle scuole – ha ribadito ieri Bonaccini ai microfoni de La7 – perché noi eravamo pronti”. Nonostante questo, tra oggi e domani, in molte province della nostra regione, sono in programma manifestazioni di protesta a cui aderiranno studenti, genitori e stavolta anche alcuni docenti che manifesteranno davanti agli istituti superiori per chiedere che almeno il 50% degli alunni possa frequentare in presenza.

 
 
 
 

“Se 17 presidenti di Regione su 20 — ha aggiunto Bonaccini — hanno fatto la stessa scelta, non credo siano tutti irresponsabili, ma è perché il governo e gli esperti ci hanno detto che la situazione dei ricoveri nei reparti Covid o nelle terapie intensive era peggiorata anche solo rispetto a una settimana o 15 giorni prima”.

Ma non saranno queste parole a placare gli animi che, dall’annuncio del posticipo della riapertura delle superiori, si sono surriscaldati un bel po’. La data del 25 gennaio per riportare gli alunni in presenza non è stata digerita da tutti e oggi si amplia il numero delle scuole davanti a cui il movimento “Priorità alla scuola” ha organizzato dei flash mob a partire dalle 8 del mattino.

Il “bersaglio” è il governo, certo, ma stavolta le famiglie che hanno deciso di manifestare si sono sentite tradite soprattutto da Bonaccini. Per questo domani pomeriggio faranno un nuovo presidio davanti alla sede della Regione: “Chiediamo ai partecipanti di portare una candela o una torcia per aiutarci a fare luce sulla scuola e sul suo ruolo centrale, non contro la salute, ma per la salute della società”, si legge nell’invito alla protesta che sarà fatta in viale Aldo Moro.

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