Mentre lui sfoglia i petali della margherita (“vado, non vado…”) a Cesenatico – benché i problemi reali oggi siano ben altri – la notizia della possibile (ri)candidatura di Roberto Buda nel centro-destra ha già sollevato un acceso dibattito. E allora, aspettando il crisma dell’ufficialità, quali sono i punti deboli, di forza e le incognite di questa candidatura?
I PUNTI DI FORZA
La ritrovata unità
Il centro-destra di nuovo compatto non è una bella notizia per Matteo Gozzoli perché, rispetto a cinque anni fa, la Lega è molto più forte e radicata sul territorio di Cesenatico e dunque il contributo alla causa, in termini percentuali, potrebbe essere più consistente. Lo stesso discorso potrebbe valere per Fratelli d’Italia, soprattutto se Giorgia Meloni, a ridosso del voto, venisse in città per un comizio.
La storia ci insegna che il voto amministrativo è ben altra cosa rispetto alle elezioni politiche ma – dati elettorali alla mano – il cuore di questa città non batte più per la sinistra. Da noi ha perso (contro Lucia Borgonzoni!) anche Bonaccini che, in base ai sondaggi, viene considerato (dietro a Zaia) il secondo leader politico nazionale più amato.
Le amministrative del giugno 2016 con la limpida vittoria al ballottaggio di Gozzoli (1764 voti di vantaggio su Buda) hanno interrotto un lungo rosario di sconfitte, ma non c’è dubbio che il trentennio d’oro della sinistra (da Giovanni Bissoni a Damiano Zoffoli) a Cesenatico sia ormai solo un ricordo.
L’affidabilità del voto cattolico
Nella Repubblica del “voto liquido”, dove i sondaggi sembrano le montagne russe di Mirabilandia e i leader politici hanno la scadenza come lo yogurt, il mondo cattolico resta il punto di riferimento più stabile. Basti pensare alle recenti elezioni amministrative di Cesena dove il consigliere che ha preso, in assoluto, il maggior numero di preferenze (926!) è stato l’insegnante di religione Enrico Castagnoli schierato – sotto le insegne della lista civica Cambiamo – nelle file del centrodestra.
Mutano, frenetici, gli equilibri della politica, ma sul voto dei cattolici – oggi come cinque anni fa – ci puoi sempre contare.
LE INCOGNITE
Per quattro anni, a parte lo strappo iniziale con i repubblicani, Roberto Buda ha governato questa città senza particolari traumi e non c’è dubbio che di alcuni frutti del suo lavoro ne abbia beneficiato anche l’attuale giunta. A far saltare il banco trasformando un’esperienza politica importante nell’Annus Horribilis del commissariamento è stato, come noto, il “tradimento” degli alleati che – animati più da un sano folklore che da una ragionevole strategia politica – buttarono l’acqua sporca col bambino, facendo ripiombare il centro-destra nel solito purgatorio dell’inaffidabilità.
Quello della squadra sarà un tema centrale nella proposta politica di Buda perché, nella sua creazione, peseranno anche gli equilibri politici e dunque, ad esempio, le direttive di Morrone (Lega). Oltre alla sua candidatura, quindi – per sapere quante chance avrà realmente Buda – bisognerà prima capire qualcosa in più sui nomi che lo affiancheranno.
I PUNTI DEBOLI
Il sospetto del “piano B”
“Se proprio non dovesse esserci nessuno mi metterò a disposizione…”. Le parole, probabilmente, non sono quelle esatte, ma più o meno è questo il messaggio che ha lasciato trapelare, qualche mese fa, Roberto Buda quando qualcuno gli chiedeva di una sua eventuale candidatura-bis. E così, oggi, la sua discesa in campo potrebbe essere interpretata come una “candidatura di servizio”, il sacrificio di chi è costretto a fare il passo perché – nelle alte sfere – non hanno trovato alternative.
Ora, non è un segreto che nel centro-destra Buda, almeno per qualcuno, non fosse la “prima scelta” (in pole, per molti, doveva esserci il sindaco di Gatteo Gianluca Vincenzi), ma anche se il suo intervento su facebook, alla fine, è stato convincente e ben formulato, il timore è che l’ombra del “piano B” lo perseguiti ancora per un po’.
Opposizione da dimenticare
Il centro-destra arriva alla tornata elettorale senza lo slancio propulsivo di un’esperienza d’opposizione credibile. Perché i consiglieri di minoranza – come ha ammesso lo stesso Buda – hanno investito zero tempo e zero risorse nella comunicazione e dunque la loro presenza, in questi cinque anni, è sembrata alla città quasi impalpabile. Magari non lo è stata (anche se, negli ultimi mesi, il numero di interrogazioni ed interpellanze è stato modestissimo), ma con zero comunicati stampa prodotti ed una presenza sui social blanda e intermittente, anche quelle poche cose fatte non sono mai arrivate all’opinione pubblica.
Ora, in questa politica, si può anche improvvisare, ma riaccendere la macchina comunicativa da un giorno all’altro sarà un po’ come rimettere in moto la Vespa ferma in garage da cinque anni: motore ingolfato, candele sporche, ruote sgonfie. Ci vorrebbe tempo e – se le elezioni dovessero essere confermate a maggio – non è detto che il tempo ci sia.
Pubblichiamo questo commento di Andrea Pazzagli che abbiamo ricevuto per e-mail:
Capisco la smania di trovare qualche candidato, ma la ricostruzione mi sembra quanto meno parziale. Prima di tutto l’accoglienza a Buda candidato mi pare a dir poco tiepida e esponenti della stessa ala non ne sono così entusiasti. Fonte: i commenti su facebook. Mi auguro di poter leggere sul vostro sito anche un quesito avanzato da più voci. Secondo chi la Lega, forte di un presunto 30%, farebbe fare il candidato sindaco a un altro? E se così fosse, perché lo lascia fare?
Trovo invece un punto molto critico in questo articolo dove si ritiene che tutto sommato Buda abbia governato senza strappi. Forse vi siete dimenticati che:
ha cacciato un vice sindaco, la Bruna Righi, con un sms; avendo maturato esperienza precoce nei rimpasti ha cacciato un secondo vice sindaco, Vittorio Savini, post querelle Hotel Splendid. Non ho letto il fatto che il mandato si è concluso con un commissariamento. Inoltre ricordo lo sforamento del patto di stabilità che per anni ha innescato un freno a mano nella macchina amministrativa. Se non sbaglio, tra le cose di cui “giova” ora l’amministrazione attuale c’è un disavanzo di 6milioni di euro. Un’eredità pesante. Tassa di scopo per la scuola di Villamrina con un Tavani che prima vota poi scopre che la tassazione non è una tantum ma dura anni.
Sempre se la memoria non mi inganna, negli anni del mandato Buda un presidente di Commissione, della stessa ala, non riusciva a convocare la sua commissione perché i “Buda boys” facevano mancare il numero legale o facendo trovare il comune chiuso. L’auto opposizione interna, cosa mai vista e di sicuro non una bella pagina di Cesenatico.