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Incrociamo le dita. E’ iniziata oggi la settimana che, dopo un mese, potrebbe riportare l’Emilia Romagna in zona gialla. Tradotto: libera circolazione tra un comune e l’altro (regola, diciamo la verità, spesso disattesa) e, soprattutto, riapertura, almeno fino alle 18, di ristoranti, bar e pasticcerie.

Cinque giorni per rivedere l’Emilia-Romagna tingersi di giallo e ridare un po’ di ossigeno agli esercenti ormai sfiniti (non solo economicamente) dal perdurare di un regime da semi-lockdown.

Il dato da tener d’occhio (anche se non l’unico) è l’indice di trasmissibilità che, venerdì scorso, ha fatto registrare 0,97 (rispetto all’1,13 del venerdì precedente). Appena sotto la soglia, non solo psicologica, che consente si sperare nel ritorno in giallo dell’Emilia-Romagna. Visto che l’ultimo Dpcm del governo prevede che per scendere alla fascia di rischio inferiore bisogna avere per almeno due settimane consecutive un Rt inferiore al limite previsto (che per il giallo è, appunto, di 1). Il verdetto, dunque, arriverà solo alla fine della prossima settimana, quando la Cabina di regia nazionale e il ministero della Sanità si ritroveranno per valutare l’assegnazione delle fasce di rischio alle regioni.

 
 
 
 

Malgrado il numero di decessi ancora significativo (ieri nella nostra provincia ben dieci) permane un certo ottimismo perché la curva pandemica, negli ultimi giorni, è scesa in maniera costante e dunque, se il ritorno a scuola non provocherà il temuto “effetto rimbalzo”, è probabile che il trend prosegua anche questa settimana. Tuttavia, come detto, bisognerà guardare con attenzione anche ad altri dati, come quelli relativi agli accessi alla terapia intensiva: con 220 pazienti l’Emilia-Romagna è infatti attualmente la quinta regione per ricoveri in intensiva, la terza per ricoverati con sintomi (2.402).

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