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E adesso il dubbio è esattamente lo stesso di un anno fa: basterà questo lockdown per “salvare” la stagione turistica? Rispetto all’anno scorso si può essere ottimisti perché, anche se il numero dei contagi è assai più alto rispetto alla prima ondata (a Cesenatico, ad esempio, i casi sono quintuplicati), c’è una campagna vaccinale in atto e dunque, anche se l’immunità di gregge è lontana, almeno le fasce più deboli della popolazione – prima dell’estate – dovrebbero essere messe in sicurezza.

Come lo scorso anno, però, lo slogan è sempre lo stesso: “Sacrifici adesso per salvare l’estate”. Anche perché la Pasqua è ormai andata e con un indice Rt così alto, nessuno è disposto a credere che la fascia rossa finirà davvero il 21 marzo.

I contagi sono ancora in risalita, gli ospedali sotto pressione e le previsioni poco confortanti in tutta la Regione (venerdì prossimo è probabile che anche Ferrara e Parma finiranno in zona rossa). Insomma, è quasi impossibile che – in soli quindici giorni – i dati pandemici tornino nei livelli di sicurezza

 
 
 
 

Per questo, anche se le notizie vengono prudenzialmente centellinate, ai vertici delle istituzioni politiche regionali lo schema è chiaro: sacrificare la Pasqua per un’estate più sicura. La scelta non sarà indolore per la Romagna che, già da aprile, cominciava tradizionalmente ad aprire i primi ombrelloni, ma l’idea è che si tratti di una strada obbligata e dunque c’è poco da dibattere.

E’ probabile che il ritorno alla normalità, come lo scorso anno, sia graduale e dunque è difficile pensare, già dopo Pasqua, ad una riapertura dei confini regionali. Come lo scorso anno la circolazione riprenderà per step progressivi e, solo quando i casi di positività saranno tornati sotto controllo, si riapriranno i confini tra regioni, decretando finalmente il via ufficiale della stagione turistica.

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