Il benvenuto in quel condominio vista parco di Levante lo dà un muro scrostato. I segni di umidità che salgono dal piano terra sono molto evidenti anche se un ordinato set di piante verdi cerca di nasconderlo. All’ingresso la tesi si conferma nella sua massima espressione. Basta girare l’angolo che tutta una parete del corridoio che porta alle scale ha mattoni aperti a vista. Nessun vezzo da architetto o interior designer. Molto più semplicemente paiono umidità e muffa.
La convivenza sui generis è di casa in quel condominio a tre piani dove spesso e volentieri cerca ombra il pavone del parco. Al piano terra trova posto il laboratorio di Acquacoltura dell’Università. Dietro la porta del laboratorio con lo stemma dell’Alma Mater ci sono vasche d’acqua e i pesci per la ricerca degli universitari. Nessuno vuole puntare il dito contro chi studia e lavora lì dentro. Solo viene da chiedersi se il piano terra di un condominio in cui abitano 20 famiglie sia il posto ideale per un laboratorio così unico ed importante.
Ad oggi la situazione segnalata da alcuni condomini è quella di un livello di umidità che non è più “solo” circoscritto alle parti comuni del piano terra. “È salita nei muri e chi vive sopra le vasche deve fare i conti con le infiltrazioni come se non bastasse il ronzio di sottofondo dei macchinari che sono sempre accesi”.
Che si potesse far di meglio nella scelta della location lo dimostra anche il fatto che quel condominio non è proprio agevole per il fisiologico cambio dell’acqua salata delle vasche. Una prassi che avviene più volte la settimana. “Fa riflettere che si usi un tubo di gomma che perde, che corre dalla strada fino al fianco del condominio. L’acqua salata ha corroso anche l’asfalto e il comune ha dovuto metterci una pezza perché le buche erano diventate troppo fastidiose”.
I problemi alle parti comuni non sono recenti, ma si trascinano da tempo in quell’edificio di tre piani in cui, val la pena ricordarlo, vivono 20 famiglie.
