Malgrado gli appelli e le restrizioni, siamo arrivati al punto in cui non dovevamo arrivare: nella giornata di ieri, sull’onda dell’aumento vertiginoso dei contagi, l’ospedale “Bufalini” di Cesena ha esaurito i 150 posti letti riservati ai pazienti Covid. Ne sono stati subito aggiunti altri diciotto, ma è chiaro che – sul fronte della risposta sanitaria – si è accesa una spia.
Il direttore del Bufalini Carlo Lusenti è stato molto chiaro: “Per il nostro presidio ospedaliero è una situazione drammatica e, soprattutto, mai sperimentata prima”.
Qualche numero per capire: un anno fa al “Bufalini” furono ricoverati al massimo 99 pazienti Covid che, nella seconda ondata, salirono a 104. Oggi sono oltre 150.
La struttura sta provando ad arginare l’emergenza iniziando una progressiva riconversione dei reparti, ma se la situazione dovesse ulteriormente peggiorare, il “Bufalini” potrebbe non essere più in grado di accogliere pazienti. Non è solo un problema di strutture – ha spiegato Lusenti – “ma anche di personale”.
Per questo, nei prossimi giorni, si provvederà a dirottare i pazienti non Covid negli altri ospedali del territorio, come il Marconi di Cesenatico e l’Angiolini di San Piero in Bagno, così come si ricorrerà anche agli altri presidi sanitari convenzionati come il Malatesta Novello e il San Lorenzino. Intanto, però, è tutto il sistema sanitario locale che rischia di andare in forte crisi. Al “Bufalini”, a parte le urgenze improrogabili, sono già state ridotte l’attività chirurgica e le visite ambulatoriali.
E poi si può uscire per acquistare un paio di mutande, prodotti per l’igiene personale, il toner per la stampante, i cosmetici o per far controllare il cellulare che oggi non prende bene. E poi vuoi non concederti un giretto in erboristeria per una tisana alla malva? E come si può vivere senza soluzione salina per le lenti a contatto? Insomma, ci sono mille ragioni per uscire di casa senza infrangere le limitazioni del dpcm. E, a giudicare da questi primi giorni, le stiamo davvero sfruttando tutte.
