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La notizia che non ci voleva. Come se non bastasse la coltre di diffidenza che – più o meno legittimamente – sta accompagnando questa campagna vaccinale, ecco la nota di ieri della Regione Emilia Romagna che annuncia il blocco di un lotto del vaccino AstraZeneca segnalato dall’Aifa, l’agenzia italiana del farmaco, in seguito ad “alcuni eventi avversi gravi”.

E proprio sulla “gravità” di queste reazioni si appunta, nel day after, l’attenzione dell’opinione pubblica. L’Aifa ha parlato di decisione assunta “in via precauzionale”, precisando che “al momento non è stato stabilito alcun nesso di causalità tra la somministrazione del vaccino e tali eventi”. Ma intanto, in attesa dell’esito delle verifiche, pare che nessuna delle dosi del lotto incriminato siano state utilizzate nella nostra provincia. I vaccini sarebbero infatti stati utilizzati solo a Bologna, nelle province di Modena e Ferrara ed inoculati, in particolare, a personale dell’Arma regionale dei carabinieri.

Intanto, ieri, la Regione ha diramato un comunicato nel quale ricorda di aver “inviato immediata comunicazione a tutte le strutture competenti, con la richiesta di verificare e comunicare la disponibilità di confezioni di questo lotto e, se presenti, di accantonarle, conservandole in frigorifero e corredandole di apposita dicitura ‘Non utilizzare’, in attesa di nuove disposizioni e controlli da parte di Aifa. E’ quindi in corso su tutto il territorio regionale l’accertamento sulla presenza di dosi di questo lotto vaccinale”.

 
 
 

Per ora, tuttavia, non sembrano esserci segnalazioni di reazioni avverse gravi in Regione in seguito alla somministrazione di AstraZeneca, come ha spiegato l’assessore regionale alla Sanità Raffaele Donini, dopo lo stop arrivato dalla Danimarca e da altri Paesi europei. “Noi ci atteniamo alle valutazioni scientifiche degli organismi preposti anche al controllo degli effetti collaterali e degli effetti indesiderati”, ha detto a SkyTg24. “Ad oggi abbiamo somministrato 56mila dosi di Astrazeneca sulle 77mila ricevute, 41.443 da parte dei medici di medicina generale che conoscono la situazione clinica dei loro pazienti. Non abbiamo avuto particolari segnalazioni”.

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