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Malgrado i primi giorni in zona rossa, continuano a crescere nell’area cesenate i positivi al Covid-19. Ieri altri 179 casi, di cui ben 133 sintomatici, segno che le nuove varianti generano un quadro clinico mediamente più fastidioso.

Ieri a Cesena i nuovi contagiati sono stati 75 ma – tenendo conto del rapporto tra numero di casi ed abitanti – è ancora Cesenatico (ieri 24 positivi) il Comune con la più alta incidenza.

Il dato più preoccupante, tuttavia, quello che fotografa in maniera più fedele la gravità di questa pandemia, resta la pressione sugli ospedali. Perché se mancano i posti letto il rischio è quello di non poter aiutare le persone in crisi respiratoria. Che, come ci dicono gli ultimi dati, sono sempre di più.

Malgrado il recente ampliamento del reparto Covid, resta alta la pressione sull’ospedale “Bufalini” di Cesena che attualmente ospita 150 pazienti.

Di questi, nove hanno un quadro clinico molto grave e dunque sono stati ricoverati in terapia intensiva. Un’altra quarantina si trova invece in terapia sub-intensiva, con sintomi sotto osservazione h24.

 
 
 
 

Se la situazione dovesse ulteriormente peggiorare partiranno le nuove riconversioni dei reparti mentre gli interventi non ritenuti urgenti sono già stati, in parte, sospesi.

“E’ in atto una radicale riconversione e non solo di reparti ma anche di infermieri e di medici – spiega Carlo Lusenti, direttore degli ospedali del Cesenate, già primario e assessore regionale alla Salute – stiamo riconvertendo soprattutto professionalità. Ci sono professionisti, come i rianimatori, gli internisti e gli pneumologi, che dai primi momenti si sono occupati di pazienti Covid, ma ora non bastano più. Per fare assistenza ai ricoverati abbiamo riconvertito colleghi con altre specializzazioni: urologi, ortopedici che, sollevati dai loro compiti abituali, oggi si occupano di pazienti Covid”.

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