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Malgrado la “zona rossa” ormai in vigore da 10 giorni, anche ieri a Cesenatico si sono registrati 27 nuovi casi di positività (lunedì 28). Un trend in linea quasi geometrica con il dato provinciale che, malgrado la chiusura delle scuole e di tante attività, documenta l’ennesimo rialzo del contagi.

A Cesenatico i casi attualmente attivi sono oltre quattrocento, una soglia mai toccata prima.

Per vedere la luce ed ipotizzare un graduale ritorno alla normalità bisognerà attendere il cosiddetto “picco della curva pandemica”, ovvero la stabilizzazione del numero dei casi giornalieri che è il preludio alla loro regressione.

Ad oggi il numero dei contagiati supera ancora quello dei guariti e questo significa che l’indice Rt continua a crescere. E non è una bella notizia perché questo dato sale e cresce a velocità lenta e ogni giorno sposta sempre più in là il confine temporale della fascia rossa.

 
 
 

Come hanno già lasciato intendere chiaramente i vertici della sanità regionale, non ci sono i tempi tecnici per scendere sotto l’1 prima di Pasqua e dunque non potranno essere gli algoritmi del sistema sanitario a decretare la fine della zona rossa entro tre settimane.

Per il “cambio di fascia” ci vorrebbe una scelta politica che stabilisse che, poiché la campagna vaccinale prosegue e le temperature cominciano ad alzarsi, anche in presenza di un indice Rt superiore all’1, le attività gradualmente possono riaprire. Ma, ad oggi, ha sempre prevalso la prudenza e la politica non si è mai assunta una responsabilità così grande. Non l’ha fatto il Governo Conte, difficile che lo faccia Draghi. 

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