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L’omelia choc di don Paolo Pasolini, parroco di San Rocco di Cesena, sta spopolando sui social e se c’è chi gli dà ragione e lo apprezza per il coraggio, dall’altra (in tanti) lo stanno duramente criticando.

Vittima di una fake news o convinto della sua tesi? Così nell’omelia domenicale il parrocco ha affrontato il tema dei vaccini, spiegando: “realizzati da feti vivi abortiti”.

“Aziende statali o private che farebbero ingravidare donne per farle abortire al quarto-quinto mese al fine di asportare loro il feto vivo e usarne gli organi per la sperimentazione dei vaccini anti-Covid”. È questa la tesi del parroco cesenate.

IL VIDEO DELL’OMELIA

 
 
 
 

Si tratta di affermazioni “prive di qualsiasi fondamento scientifico e pericolose”, è stato il commento del sindaco di Cesena Enzo Lattuca.

“Spero che queste falsità palesi non abbiano effetto su chi le ha ascoltate – ha aggiunto il vescovo della diocesi di Cesena Douglas Regattieri – Secondo la Congregazione per la dottrina della fede è moralmente accettabile utilizzare vaccini anti Covid-19 che hanno usato linee cellulari provenienti da feti abortiti nel loro processo di ricerca e produzione”.

Anche il Pd Cesenate interviene: “Le affermazioni oscurantiste del parroco creano un clima di paura nei confronti dell’alleato più potente che abbiamo contro il Covid-19. Affermare che ‘esistono delle aziende statali o private che pagano delle donne per lasciarsi ingravidare: al quarto e quinto mese gli viene asportato il feto è una falsità, crudele e gravissima. Crudele perché gioca sulle paure e il senso di colpa manipolando la realtà. Gravissima perché mette in pericolo la salute, fino alla vita, specialmente delle persone più deboli”.

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Anna Budini

Anna Budini

Anna Budini scopre il mondo del giornalismo nel 2004 nella redazione de La Voce di Romagna. Ha poi l'occasione di passare ai settimanali nazionali, inizia così a scrivere per Visto, ma nonostante la firma sul nazionale, scopre che la sua grande passione è la cronaca locale. Dal 2016 ha iniziato a scrivere per il Corriere della Sera di Bologna.

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